Partito di Alternativa Comunista

Pakistan: la natura risponde agli speculatori

Pakistan: la natura risponde agli speculatori

 

 

di Mehnatkash Tehreek*

 

 

Negli ultimi decenni, la natura sempre più rapidamente si sta vendicando su di noi delle malefatte degli oppressori sulla natura: molti fatti sono conseguenze del surriscaldamento globale che già vediamo e sentiamo, come inondazioni, siccità, uragani, tormente e incendi di foreste. Tutto ciò è il percorso della reazione che, in un breve lasso di tempo, ha avuto conseguenze su scala mondiale e che è parte di un’unica crisi. Se non sconfiggeremo noi il capitalismo è possibile che lo sconfigga la natura, ma questa ci distruggerò insieme a esso.
La situazione umanitaria in Pakistan è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane, a causa di forti piogge che hanno continuato a causare inondazioni e smottamenti che hanno provocato sfollati e danni in tutto il Paese. Sessantasei distretti sono stati dichiarati ufficialmente «colpiti da calamità»: 31 in Belucistan, 23 nel Sindh, 9 in Khyber Pakhtunkhwa (KP) e 3 nel Punjab. La situazione rimane variabile e molti altri distretti sono stati colpiti: ci si aspetta che il numero di distretti in stato di calamità aumenti se continuerà a piovere.
Le condizioni metereologiche avverse hanno provocato importanti perdite umane e di bestiame, ampi danni alle case private e alle infrastrutture pubbliche, specialmente nelle province del Belucistan e del Sindh. L’autorità nazionale di gestione dei disastri (Ndma) informa che ci sono 33 milioni di persone colpite in Pakistan. Fino al 25 agosto, il Pakistan ha visto 375,4mm di precipitazioni, 2,87 volte più della media nazionale degli ultimi 30 anni, che è di 130,8mm. Queste piogge sono cadute principalmente in Belucistan, nel Sindh e in parti del Punjab, con il Belucistan che ha ricevuto piogge per 5 volte la sua media nazionale degli ultimi 30 anni, e il Sindh che ne ha ricevute per 5,7 volte la media.
Secondo l’Ndma, dal 14 giugno più di 218.000 case sono state distrutte e altre 452.000 sono state danneggiate. Anche i mezzi di sussistenza sono stati gravemente colpiti: più di 793.900 capi di bestiame – una fonte fondamentale di sostentamento e di vita per molte famiglie – sono morti, dei quali il 65% in Belucistan e il 25% nel Punjab. Circa 2 milioni di acri di coltivazioni e di orti sono stati a loro volta colpiti, inclusi almeno 304.000 acri in Belucistan, 178.000 acri nel Punjab e 1,54 milioni di acri nel Sindh. I danni alle infrastrutture hanno ulteriormente peggiorato la situazione umanitaria, dato che la distruzione parziale o totale di più di 3.000 km di strade e 145 ponti impedisce alla popolazione di fuggire verso zone più sicure o di spostarsi per raggiungere mercati, assistenza sanitaria o altri servizi vitali, e limita la consegna di aiuti alle persone che ne hanno bisogno. Si sono anche registrate interruzioni di internet e l’Autorità delle telecomunicazioni del Pakistan ha imputato le interruzioni generalizzate di internet nel centro e nel nord del Pakistan del 19 agosto a inconvenienti tecnici nella rete di fibra ottica derivati dalle piogge e dalle inondazioni.
I dati provvisori dei dipartimenti provinciali dell’istruzione mostrano che almeno 17.566 scuole sono state danneggiate o distrutte a causa dell’emergenza: 15.842 scuole nel Sindh, 544 in Belucistan e 1.180 nel Punjab. Inoltre, informano che almeno 5.492 scuole vengono utilizzate per alloggiare persone sfollate. Una valutazione rapida delle necessità svolta in 10 distretti del Belucistan ha rivelato che 977 aule erano completamente distrutte (304 a Khuzdar, 193 a Lasbela e 174 a Jhal Magsi), e 577 scuole vengono utilizzate come rifugio (254 a Qila Saifullah, 105 a Jhal Magsi e 84 a Lasbela).
Le piogge quasi incessanti stanno aggravando le inondazioni improvvise e gli smottamenti provocati dalla pioggia che riempiono velocemente i serbatoi delle dighe, cosa che implica un rischio aggiuntivo per la popolazione circostante e a valle. Lungo il fiume Indo, che attraversa tutto il Pakistan, la diga di Tarbela, nella provincia di Kp, la più grande diga in terra battuta del mondo, ha già raggiunto il suo livello massimo di 472 metri, mentre alla diga di Chashma, nella provincia del Punjab, mancano solo 2,13 metri prima di raggiungere anch’essa il suo livello massimo di 197 metri. Il 26 agosto, la Divisione di previsione delle inondazioni (Ffd) del dipartimento meteorologico del Pakistan ha emesso un avvertimento secondo cui si attendono inondazioni di livello da molto alto a eccezionalmente alto del fiume Kabul a Nowshera, nella provincia di Kp, così come degli affluenti dei fiumi Kabul e Indo fino al 28 agosto. Il Ffd ha avvertito anche di livelli di inondazione da alto a molto alto a Kalabagh e Chashma, lungo il fiume Indo, tra il 27 e il 28 agosto, cosa che implica un maggiore rischio per la popolazione circostante e lungo il corso del fiume.

 

Gli effetti della crisi climatica

Secondo l’indice di rischio del cambiamento climatico 2021, anche se il Pakistan occupa l’ottavo posto tra i Paesi più vulnerabili alle crisi climatiche, nonostante contribuisca con meno dell’1% alle emissioni mondiali di carbonio, continua a soffrire i capricci del clima oltre qualsiasi immaginazione. Dall'inizio della stagione dei monsoni a metà giugno di quest’anno 1.800 persone sono morte in tutto il Paese e centinaia di migliaia sono state sfollate. Le piogge torrenziali e le inondazioni bibliche non danno tregua: queste due calamità combinate continuano a causare danni alle vite e alle proprietà. Il Belucistan, la provincia più grande e povera del Pakistan, è stato il più colpito dai torrenti generati dalle forti piogge. Secondo l’Autorità provinciale di gestione dei disastri (Pdma), più di 200 persone sono morte nella provincia, tra cui 58 bambini, e più di 10.000 persone sono state sfollate dalle loro case. Le autorità del Belucistan affermano che le inondazioni hanno causato danni in più di 40.000 case, delle quali 22.000 sono state distrutte. Sono stati persi quasi 280.000 ettari di coltivazioni in tutta la provincia e le autorità stimano che le perdite totali causate dalle inondazioni superino ampiamente i 10 milioni di dollari.
Ma la devastazione non si limita al Belucistan, dato che quasi tutto il Pakistan sta conoscendo quantità straordinarie di piogge quest’anno. I dati dell’Ndma indicano che la media delle piogge di quest’anno è stata di 267mm, a fronte di una media degli ultimi 30 anni di 119mm, il che implica un aumento del 124%. La media di 30 anni del Belucistan era di soli 55mm e quest’anno è aumentata drasticamente del 289% fino a raggiungere 200mm di precipitazioni. Nella vicina provincia del Sindh, la media di 30 anni era di 107mm, ma quest’anno ha raggiunto i 375mm. La provincia ha comunicato che quest’anno ci sono stati più di 150 morti in relazione alle inondazioni, inclusi almeno 66 bambini. Mentre gli sfollati chiedono aiuti e condividono video della loro angoscia sui social network, i governi federali e provinciali e le autorità di recupero affermano costantemente che stanno facendo tutto il possibile in queste circostanze, ma la gente continua ad aspettare disperatamente gli aiuti.
Le inondazioni improvvise provocate dalle forti piogge monsoniche continuano ad uccidere da giugno e hanno inondato le coltivazioni di tutto il Paese. Milioni di persone ora non hanno un rifugio né alimenti e il Paese manca di prodotti di soccorso. La calamità arriva in un momento preoccupante in cui il governo stava già affrontando uno dei tassi di inflazione più rapidi dell’Asia e tentava di porre fine alla scarsezza di dollari. Si prevede che il Fondo monetario internazionale (Fmi) riprenderà un programma di prestiti di 6 miliardi di dollari, mentre il Qatar ha previsto di investire 3 miliardi di dollari nella fragile economia del Pakistan. Le inondazioni hanno già danneggiato milioni di acri di terra di coltivazione, incluso il cotone.
La Banca centrale del Paese ha avvisato che le forti piogge potrebbero colpire gravemente la produzione agricola. Il regolatore si aspetta già che la crescita economica cada dal 3% dello scorso anno al 2-3% nell’anno che comincia a luglio. Il numero di morti sta aumentando, molto colpite sono le province del Sindh e del Belucistan. La situazione è egualmente cupa nel sud del Punjab. Le immagini televisive mostrano gli abitanti dei distretti colpiti dalle inondazioni che guadano le acque mentre trasportano i loro averi sopra la testa. In generale le masse si sforzano di salvare le vittime delle inondazioni. Si vedono barche e camion per evacuare le persone bloccate su terreni più elevati, mentre le ferrovie hanno sospeso alcune delle loro operazioni dopo che l’inondazione ha divelto le linee ferroviarie.

 

Si aggrava la crisi economica

Ad aggravare i danni causati dalle inondazioni improvvise, migliaia di persone le cui case sono state rase al suolo vivono ora in tende o senza neppure queste, a chilometri di distanza dai propri paesi e città inondati, dopo essere state salvate dai soccorritori e dai volontari. Le inondazioni hanno aggravato ancora di più la crisi economica del Pakistan. Il governo federale ha diramato un appello per sollecitare i filantropi ad aiutare le zone colpite dalle inondazioni in Pakistan. Dopo aver inondato gran parte del sudovest del Belucistan e del sud della provincia del Punjab, le inondazioni improvvise hanno cominciato a colpire anche la provincia del Sindh, nel sud del Paese. Inoltre, le piogge torrenziali e le forti inondazioni hanno messo a dura prova le belle aree del nord della divisione di Hazara della provincia del Kp, da Swat fino a Kalam.
Inoltre, in alcune parti di Dera Ismail Khan la situazione è peggiorata dopo le forti inondazioni. Prevedendo un pericolo maggiore, le autorità hanno chiuso le scuole nel Sindh e in Belucistan. Sui social network sono state diffuse immagini strazianti in cui si vedono persone che attraversano acque che arrivano alla cintura, mantenendo sollevati i propri figli e trasportando articoli di prima necessità sopra le loro teste. Le squadre di soccorso stanno utilizzando camion e barche per evacuare la gente verso luoghi più sicuri, vengono inviati alimenti, tende e altri beni basilari nelle zone colpite dalle inondazioni. In alcuni luoghi, le famiglie hanno avuto difficoltà a seppellire i propri cari, dato che anche i cimiteri locali sono stati inondati dalle acque. Le immagini pietose mostrano persone in lutto che trasportano le bare attraverso le zone inondate per seppellire i morti lontani dalle case sommerse. Ad aggravare ancora di più la situazione, le inondazioni hanno danneggiato fino a 129 ponti in tutto il Pakistan, cosa che ha interrotto la fornitura di frutta e verdura ai mercati e ha provocato un aumento dei prezzi. Gli esperti affermano che il cambiamento climatico ha provocato condizioni metereologiche irregolari in Pakistan, che hanno dato luogo ad acquazzoni e al disgelo dei ghiacciai: tutto ciò ha fatto crescere i fiumi. Suggeriscono che la limitazione delle emissioni di gas a effetto serra che riscaldano il pianeta aiuterà a limitare i fenomeni metereologici più drastici in tutto il mondo, incluso questo Paese del sud dell’Asia.
È tempo di elaborare un piano pragmatico per controllare i danni collaterali. Date le vaste aree coinvolte, la sorveglianza è di enorme importanza per identificare rapidamente i focolai di malattie, le carenze di alimenti e di beni e lo stato nutrizionale delle popolazioni colpite. La sorveglianza precoce dei focolai di malattia è essenziale in questa crisi. L'uso di software per sistemi informativi geografici, come Google Earth, può essere particolarmente efficace in questi contesti. Dovrebbero essere utilizzati per indirizzare gli interventi verso i luoghi in cui vi è una alta incidenza di malattia e verso i gruppi vulnerabili come donne incinte, neonati, disabili e anziani.
Gli operatori sul campo e i responsabili politici dovrebbero attuare strategie basate sulle evidenze che sappiamo in grado di salvare vite umane in emergenze così complesse. Il manuale dell'Oms «Communicable Disease Control in Emergencies: a Field Manual» (Controllo delle malattie trasmissibili nelle emergenze: un manuale da campo) include misure che possono essere adottate per ridurre al minimo il rischio di malattie infettive nelle emergenze complesse. La Cochrane Library ha messo gratuitamente a disposizione degli utenti pakistani revisioni sulla sicurezza dell’acqua e sulle malattie correlate all'acqua per lo sviluppo di linee guida appropriate.
La prevenzione della trasmissione di malattie infettive dovrebbe quindi essere l'obiettivo principale degli sforzi di soccorso. L’igiene e servizi igienici adeguati sono di fondamentale importanza nella prevenzione delle malattie diarroiche. Le vittime delle alluvioni hanno bisogno di acqua potabile sicura e di informazioni sui benefici di rispettare pratiche igieniche, come il lavaggio delle mani con il sapone. La vaccinazione di massa dei bambini contro il morbillo e il colera è particolarmente importante. Sensibilizzare l'opinione pubblica per fare pressione sul governo affinché definisca il moderno panorama internazionale della salute e dello sviluppo è particolarmente importante.

 

Il ruolo del settore pubblico e privato nel «capitalismo delle catastrofi»

Secondo alcuni studi, i disastri offrono opportunità: per alcuni questo può significare un cambiamento sociale positivo; per altri, è il momento ideale per trarre profitto, estrarre risorse e rafforzare l’abituale status quo. Negli ultimi anni, quest'ultimo è stato definito «capitalismo delle catastrofi». Uno studio dimostra che il capitalismo delle catastrofi si manifesta attraverso l'interazione tra riforme neoliberiste, particolari pratiche e catastrofi: ciò è evidente sia nel settore pubblico che in quello privato. Il ruolo e il contributo dei settori pubblico e privato nella (ri)produzione e accumulazione dei rischi di catastrofi dal punto di vista del «capitalismo delle catastrofi» è stato poco esplorato, sia nella letteratura accademica che nell'ambito politico. Con i nostri studi e le nostre indagini cerchiamo di rispondere a questa mancanza e offrire un panorama internazionale preliminare delle cause fondamentali, dei comportamenti e delle conseguenze del «capitalismo delle catastrofi» e il suo ruolo nella natura sistemica dei rischi.
Dobbiamo tenere in considerazione diverse esperienze anteriori e posteriori alle catastrofi in Pakistan, Brasile, Cile, Colombia, India, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, in un arco di tempo che va dall’epoca coloniale europea fino all’attuale alluvione. Quando le catastrofi non sono affrontate con strategie di cambiamento sociale positivo, lo spazio è occupato da attori interessati che sfidano tutti gli sforzi di riduzione del rischio di disastri e di resilienza da parte dei cittadini, dei governi nazionali e locali e delle organizzazioni internazionali. Inoltre, le riforme e le pratiche neoliberiste, come l’approfittarsi delle popolazioni colpite da catastrofi in Cile, la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali in Italia o la deregolamentazione della protezione ambientale in Brasile, solo per citarne alcune, possono portare all'esacerbazione e alla creazione di nuovi rischi.
Attraverso una serie di esperienze di «capitalismo delle catastrofi» in tutto il mondo, dovremmo essere molto cauti nel progettare soluzioni senza mettere in discussione le condizioni socio-culturali e politico-economiche preesistenti che hanno contribuito a creare il problema. Invece di rassegnarci e di credere alle «belle» parole e alla «Corporazione della Solidarietà», dobbiamo organizzarci e prepararci a prendere il controllo della società, sottraendo i comandi agli irresponsabili che, evidentemente, ci condurranno su un sentiero di distruzione insieme alla natura.

 

Piattaforma rivendicativa e appello internazionale

Ecco la nostra piattaforma rivendicativa:

Tagli ai privilegi ufficiali!

Interrompere tutti i rimborsi del debito al Fondo monetario internazionale (Fmi) e ad altre istituzioni finanziarie!

Tagli al bilancio della difesa!

Modificare l'incidenza della tassazione sulle classi socio-economiche più elevate!

Nazionalizzare tutti i terreni agricoli e consegnarli ai mezzadri!

Basta con la tassazione dei proletari in nome dei soccorsi per le alluvioni!

Pubblicare tutta la documentazione sugli aiuti esteri!

Fermare l'assurda procedura di assegnazione di poteri illimitati alle autorità in nome della sicurezza!

Smettere di dare il permesso agli speculatori o ai baroni delle case!

Consentire a tutti coloro che lo desiderano di controllare le attività ufficiali di soccorso del governo!

Distribuire tutti gli aiuti e la costruzione attraverso i comitati dei villaggi e delle città e le assemblee popolari!

Questi sono gli unici mezzi efficaci a lungo termine per fornire il sostegno economico necessario alla riabilitazione della popolazione alluvionata. Pertanto, è urgente cambiare il sistema economico e il sistema statale: il momento di agire è adesso!

Ci appelliamo ai compagni e agli amici affinché rimangano attenti alla situazione in Pakistan ed estendano tutta la solidarietà e il sostegno richiesti dai nostri membri e gruppi di sostenitori, coordinando e sostenendo gli sforzi di soccorso e riabilitazione soprattutto per alcuni dei nostri membri e sostenitori che sono in grave difficoltà.

 

*Sezione simpatizzante della Lit-Quarta Internazionale in Pakistan

 

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