VIVA LA RESISTENZA DEI
NO TAV!
di Stefano Bonomi*

Migliaia
di persone hanno partecipato alla manifestazione di oggi (8 dicembre,
NdR) in Val di Susa, dando vita a tre cortei. La lotta contro la Tav non
si ferma, nonostante la legge di stabilità (ultimo atto di guerra del
governo Berlusconi) abbia definito il cantiere di Chiomonte sito di
interesse strategico, con le conseguente condanna da tre mesi a un anno
di carcere per chi vi entra senza permesso.
Oggi in Val di Susa la popolazione (affiancata da tanti attivisti provenienti da tutto il Nord d’Italia) ha dimostrato che non ha alcuna intenzione di lasciarsi intimorire. Uno dei tre cortei ha bloccato tutto il giorno l’autostrada: mentre scriviamo i manifestanti sono barricati sulle carreggiate e sono intenzionati a restare tutta la notte. Gli altri due cortei, partecipatissimi, hanno tentato di entrare nel cantiere.
La risposta della polizia è stata violentissima: tutti noi abbiamo visto lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo e a pioggia. Sono almeno 15 i manifestanti feriti e alcuni sono stati fermati. La questura si è giustificata dicendo che i poliziotti sono stati aggrediti da “bande paramilitari di manifestanti”. La verità è un altra: i valsusini, che da anni subiscono le violenze della polizia, hanno organizzato l’autodifesa della manifestazione, costringendo in più occasioni la polizia ad arretrare (in particolare alla Baita di Clarea). Quello che è successo a Roma il 15 ottobre ha messo in evidenza che l’autodifesa delle manifestazioni non è un optional: per respingere gli attacchi degli apparati repressivi dello Stato le masse in lotta devono organizzarsi e resistere.
Il Partito di Alternativa Comunista sostiene il movimento No Tav. Solo con la lotta ad oltranza si riuscirà a bloccare la realizzazione di questa opera dannosa per l’ambiente e per gli abitanti della valle: un’opera dispendiosa che serve solo a riempire di soldi le tasche già gonfie di investitori e speculatori.
La risposta della polizia è stata violentissima: tutti noi abbiamo visto lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo e a pioggia. Sono almeno 15 i manifestanti feriti e alcuni sono stati fermati. La questura si è giustificata dicendo che i poliziotti sono stati aggrediti da “bande paramilitari di manifestanti”. La verità è un altra: i valsusini, che da anni subiscono le violenze della polizia, hanno organizzato l’autodifesa della manifestazione, costringendo in più occasioni la polizia ad arretrare (in particolare alla Baita di Clarea). Quello che è successo a Roma il 15 ottobre ha messo in evidenza che l’autodifesa delle manifestazioni non è un optional: per respingere gli attacchi degli apparati repressivi dello Stato le masse in lotta devono organizzarsi e resistere.
Il Partito di Alternativa Comunista sostiene il movimento No Tav. Solo con la lotta ad oltranza si riuscirà a bloccare la realizzazione di questa opera dannosa per l’ambiente e per gli abitanti della valle: un’opera dispendiosa che serve solo a riempire di soldi le tasche già gonfie di investitori e speculatori.
*dalla Val di Susa in lotta