Giù le mani dagli antifascisti: Ilaria Salis libera subito!
Nota della redazione web
Ilaria Salis fu arrestata un anno fa in Ungheria perché ritenuta coinvolta in una colluttazione con loschi figuri neonazisti in Ungheria, durante una parata nazionalista, animata da facinorosi neofascisti (1). La polizia era schierata a protezione della parata e ha catturato Ilaria nei tafferugli innescati dalla provocatoria iniziativa, gradita al governo di estrema destra ungherese, che agita contro la classe operaia lo spauracchio delle bande organizzate di paramilitari neofascisti.
La repressione borghese non si è fatta attendere. Gli apparati di polizia e giudiziari, di concerto, hanno addossato un’accusa grottesca all’attivista antifascista, quella di «lesioni potenzialmente mortali», a fronte di una prognosi di 5 e 7 giorni lamentata dai due neonazisti, ottenuta chissà come. Da ciò la procura del tribunale ungherese chiede 11 anni di carcere. Da evidenziare che l’avvocato difensore protesta che, tra l’altro, non ci sono prove concrete dei fatti (surreali) contestati dai poliziotti contro Ilaria Salis.
Ilaria Salis viene esibita ai fotografi come un trofeo di caccia, incatenata mani e piedi, trascinata davanti ai giudici dalla polizia penitenziaria mediante un guinzaglio incatenato in vita. La sua detenzione è tormentata da insetti e topi (2).
Il governo ungherese agita queste minacciose conseguenze agli oppositori politici sia per ragioni interne, come monito alla classe operaia e lavoratrice che deve restare sottomessa, priva di orizzonti politici e in balia di squadre di picchiatori; sia per ragioni di vendetta estera, perché sembra che un coimputato sia riuscito a riparare in Italia.
In questi mesi di carcerazione disumana di Ilaria Salis il governo italiano di destra è rimasto sostanzialmente indifferente, nonostante le pressioni dei familiari e degli avvocati, che si stanno mobilitando quotidianamente su tutti i fronti per ottenere la scarcerazione dell’attivista antifascista. Solo in queste ore il ministro degli Affari Esteri Tajani ha convocato l’ambasciatore ungherese a Roma per chiarimenti.
L’antifascismo non è un reato ma un diritto e dovere delle classi oppresse. Esigiamo che sia rispettato il diritto a manifestare contro le provocazioni neofasciste. Occorre che scendano in piazza le masse lavoratrici per contrapporsi alle spinte reazionarie dei governi borghesi, espressione diretta dei capitalisti, che si trovano di fronte la crisi sociale, economica, culturale, ambientale e politica generata dal marcire di questa società fatta a loro immagine e somiglianza: contro cui non possono altro che contrapporre l’uso della forza, della repressione perché sono in un vicolo cieco.
Chiediamo libertà immediata per Ilaria Salis; e che cadano le grottesche accuse. Vogliamo il suo rientro in Italia, subito.
Chiediamo libertà immediata per tutti i detenuti politici che si oppongono al disastro e alla violenza del capitalismo.
Note