Contro il governo
Monti
Per un'alternativa di
classe
che nasca dalle piazze
di Michele
Rizzi

Stante l'inconsistenza del Pdl berlusconiano, alla ricerca di una formula (non ancora trovata) per tenere in piedi una baracca che fa acqua da tutte le parti, tra minaccia di scissione degli ex An e conflittualità perenni dei capi-bastone nazionali, la partita che si sta giocando è tra i sostenitori di un possibile governo Monti bis e i sostenitori di un esecutivo di centrosinistra, guidato dal segretario del Pd, Bersani, o dal suo sfidante alle primarie, Renzi.
I piani della
borghesia
Un settore della grande borghesia italiana
ha sicuramente interesse perché si mantenga un quadro politico di grande
coalizione che assicura l'odierno governo Monti, capace di attuare le peggiori
controriforme degli ultimi trent'anni, sia dal punto di vista pensionistico che
lavorativo, con il placet dei sindacati concertativi che hanno di fatto
appoggiato le sue politiche antioperaie. Il segretario Bersani e pezzi della
borghesia “progressista” giocano invece una partita diversa che punta, oltre che
a soddisfare le ambizioni personali del segretario Pd, ad offrire un quadro di
governo allargato alla socialdemocrazia di Sel (con l'appoggio anche della
triplice sindacale e della Fiom) che assicurerebbe un cuscinetto a sinistra come
in passato è stata la Rifondazione comunista di Bertinotti con i due governi
Prodi.
Quale delle due opzioni prevarrà? Al momento risulta difficile una previsione, anche perché il tutto sarà legato all'approvazione o meno di una nuova legge elettorale per le prossime politiche. In ogni caso entrambe le prospettive si porrebbero in continuità con le politiche antipopolari dell'odierno governo Monti.
Quale delle due opzioni prevarrà? Al momento risulta difficile una previsione, anche perché il tutto sarà legato all'approvazione o meno di una nuova legge elettorale per le prossime politiche. In ogni caso entrambe le prospettive si porrebbero in continuità con le politiche antipopolari dell'odierno governo Monti.
Il
progetto di Vendola…
Vendola ha deciso di presentarsi alle
primarie del centrosinistra pur sapendo di avere poche possibilità da giocarsi,
per tre motivi molto semplici. Il primo è fare un piacere a Bersani, poiché la
sua candidatura, con il doppio turno alle primarie e il probabile appoggio
vendoliano al segretario del Pd al ballottaggio, favorisce indubbiamente la
vittoria del segretario del Pd che dovrebbe in seguito sdebitarsi. La seconda è
legata alla necessità di rivitalizzare il suo partito, ormai in crisi, dopo
un'ascesa durata quasi un anno. La terza è legata al tentativo di far rientrare
l'Idv di Di Pietro nel centrosinistra, con l'appoggio dell'ex magistrato alla
candidatura dello stesso Vendola.
Quale sarà la politica di Vendola nel prossimo governo di centrosinistra se l'opzione Monti bis dovesse essere battuta? Semplicemente esportare nazionalmente la politica fatta in Puglia. Una politica incentrata su finanziamenti alle scuole private, a padroni di ogni tipo, da Marcegaglia a Riva, passando per Caltagirone e Ryanair.
Tant'è che Bersani, lo stesso che ha contribuito con il suo partito a cancellare l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, considera molto affidabile il governatore pugliese.
Proprio sull'affidabilità di Sel e sul suo sindacato di riferimento, la Fiom, si gioca la partita di Bersani che sa di poter offrire alla borghesia italiana un nuovo governo di centrosinistra che possa continuare ad assicurare la salvaguardia degli interessi del capitalismo italiano ed europeo, senza la necessità di ricorrere ad un nuovo governo Monti.
Quale sarà la politica di Vendola nel prossimo governo di centrosinistra se l'opzione Monti bis dovesse essere battuta? Semplicemente esportare nazionalmente la politica fatta in Puglia. Una politica incentrata su finanziamenti alle scuole private, a padroni di ogni tipo, da Marcegaglia a Riva, passando per Caltagirone e Ryanair.
Tant'è che Bersani, lo stesso che ha contribuito con il suo partito a cancellare l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, considera molto affidabile il governatore pugliese.
Proprio sull'affidabilità di Sel e sul suo sindacato di riferimento, la Fiom, si gioca la partita di Bersani che sa di poter offrire alla borghesia italiana un nuovo governo di centrosinistra che possa continuare ad assicurare la salvaguardia degli interessi del capitalismo italiano ed europeo, senza la necessità di ricorrere ad un nuovo governo Monti.
…e quello di
ciò che resta della Federazione della Sinistra
A sinistra di Vendola, rimane una
Federazione della sinistra ormai in disfacimento, divisa al suo interno tra
quello che resta del Pdci, pattiani e Salvi, pronti a passare armi e bagagli con
Bersani pur di ottenere una candidatura per il Parlamento; e il Prc, che al
momento non sa cosa fare, diviso tra chi vorrebbe seguire la linea di Diliberto
e chi auspicherebbe una rottura definitiva tra Idv e centrosinistra, al fine di
creare un'alleanza con i dipietristi per tentare di raggiungere il quorum e
rioccupare qualche poltrona parlamentare. Ma le novità che stanno emergendo
sulla ipotesi di legge elettorale, con uno sbarramento al 5% e al 4% solo per le
forze interne a una coalizione che raggiunga il 15% sembrano chiudere anche
questa via.
Quanto a Bersani, non sa che farsene del Prc di Ferrero e l'Idv vuole (e in parte ha necessità di) rientrare (e forse attraverso Vendola ce la farà) nel centrosinistra. Quindi, al momento, Rifondazione non riesce a trovare una via d'uscita per tentare di salvare la carriera politica della sua burocrazia dirigente.
Quanto a Bersani, non sa che farsene del Prc di Ferrero e l'Idv vuole (e in parte ha necessità di) rientrare (e forse attraverso Vendola ce la farà) nel centrosinistra. Quindi, al momento, Rifondazione non riesce a trovare una via d'uscita per tentare di salvare la carriera politica della sua burocrazia dirigente.
E il Movimento
5 Stelle di Grillo?
I grillini, forti di un consenso dovuto al
rifiuto della politica borghese non trasformato in una coscienza di classe
evoluta verso una mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, vedono
crescere il consenso verso il comico genovese e il suo movimento frutto anche di
posizioni qualunquiste e razziste e di conservazione delle politiche borghesi in
ogni settore della vita pubblica.
Naturalmente, i fatti dimostrano che qualsiasi opzione politica dovesse vincere le prossime elezioni garantirà la prosecuzione delle politiche antioperaie dei precedenti governi in carica. L'agenda del capitalismo europeo ed italiano impongono queste scelte dure contro i lavoratori italiani per continuare a far pagare la crisi economica del capitalismo proprio a loro e non certo a chi l'ha generata, appunto i capitalisti.
Naturalmente, i fatti dimostrano che qualsiasi opzione politica dovesse vincere le prossime elezioni garantirà la prosecuzione delle politiche antioperaie dei precedenti governi in carica. L'agenda del capitalismo europeo ed italiano impongono queste scelte dure contro i lavoratori italiani per continuare a far pagare la crisi economica del capitalismo proprio a loro e non certo a chi l'ha generata, appunto i capitalisti.
La necessità
delle mobilitazioni per spazzarli via tutti
Le lotte delle masse popolari spagnole e
greche, oltre a quelle meno note ai media ma non meno importanti in Portogallo e
in altri Paesi europei, ci rendono ottimisti circa la possibilità di una
prossima esplosione della conflittualità sociale anche in Italia, che unifichi
le varie vertenze che ci sono e che sono spesso frammentate e parcellizate, in
direzione di un vasto movimento di lotta che diventi antigovernativo prima e
anticapitalista e rivoluzionario poi.
Il nostro partito, che si avvia ad intraprendere la fase congressuale per il suo terzo congresso nazionale, sarà impegnato in questo percorso politico proprio nella direzione dello sviluppo della lotta di classe in Italia, per costruire una vera alternativa di sistema e di potere, ossia quello dei lavoratori.
Il nostro partito, che si avvia ad intraprendere la fase congressuale per il suo terzo congresso nazionale, sarà impegnato in questo percorso politico proprio nella direzione dello sviluppo della lotta di classe in Italia, per costruire una vera alternativa di sistema e di potere, ossia quello dei lavoratori.