Regionali
L'UNICO
CANDIDATO
CONTRAPPOSTO AGLI SCHIERAMENTI
BORGHESI
L'intervista sul manifesto;
la notizia sul tg5; e un incontro della redazione web con Michele Rizzi
Dal quotidiano il manifesto
Puglia
Un avversario «comunista» per Vendola: «È un salottiero»
Un avversario «comunista» per Vendola: «È un salottiero»
Michele Rizzi del Pdac è l'unico
candidato in Italia delle formazioni a sinistra di Rifondazione: «Le elezioni
non ci interessano»
di F. C.

Vendola? Un salottiero che con il governo Prodi ha appoggiato
le scuole private e le guerre imperialiste. Paradossi della politica, l'unico
candidato della sinistra comunista che si definisce «rivoluzionaria» (e con
velleità di vittoria praticamente nulle) è in Puglia. E proprio contro il leader
di Sel. Pugliese di Barletta, è stato dirigente in Rifondazione quando c'era
Bertinotti proprio come Nichi Vendola; nel 2007 è stato tra i fondatori di
Alternativa comunista, piccolo gruppo precursore della diaspora del Prc e che
aderisce alla Lega internazionale dei lavoratori. Durante l'ultimo anno si è
reso partecipe delle vertenze di operai alla Franzoni di Trani, alla Natuzzi di
Laterza, Alla Bar.sa. di Barletta, all'Adelchi nel basso Salento, e delle
manifestazioni di cittadini di Modugno contro la centrale a turbogas.
Già lavoratore precario in un call center di Bari, pur con una laurea in scienze politiche, il tormentone di questo candidato anti-sistema che però si presenta alle urne è proprio la lotta alla precarietà. Che potrà disinnescarsi, afferma, con l'eliminazione dei finanziamenti alle aziende che delocalizzano; con la restituzione dei soldi pubblici intascati illecitamente dal padronato; con l'esproprio delle fabbriche, dopo aver licenziato il padrone, per essere gestite dai comitati autorganizzati degli operai. Niente male come manifesto rivoluzionario. Vediamo di capirne un po' di più.
Già lavoratore precario in un call center di Bari, pur con una laurea in scienze politiche, il tormentone di questo candidato anti-sistema che però si presenta alle urne è proprio la lotta alla precarietà. Che potrà disinnescarsi, afferma, con l'eliminazione dei finanziamenti alle aziende che delocalizzano; con la restituzione dei soldi pubblici intascati illecitamente dal padronato; con l'esproprio delle fabbriche, dopo aver licenziato il padrone, per essere gestite dai comitati autorganizzati degli operai. Niente male come manifesto rivoluzionario. Vediamo di capirne un po' di più.
Vuole chiarire meglio il ruolo dei comitati di operai e precari delle aziende in crisi?
Si tratta di comitati che sorgono spontaneamente o con l'appoggio di Alternativa comunista. Con tutti abbiamo un filo diretto e insieme, a elezioni archiviate, daremo vita a un'assemblea regionale con le rappresentanze delle fabbriche pugliesi in crisi. In questa assemblea generale verrà costruita una piattaforma rivendicativa che chiederà di far pagare la crisi al padronato pugliese e nominata una rappresentanza che si occupi della gestione operaia delle fabbriche.
Quali sono le reali aspettative da queste elezioni, per Alternativa comunista?
Non sono dettate da una cifra numerica, ma da quanti precari riusciremo a organizzare. La nostra aspettativa è il rilancio per la costruzione di un vero partito comunista e anticapitalista. Le elezioni borghesi, in realtà, le mettiamo in secondo piano. Per noi rappresentano solo un mezzo da utilizzare per far capire ai precari che esistono le condizioni per un partito alternativo alla sinistra governativa.
Questa campagna elettorale ha reso sufficientemente visibili le lotte operaie?
Ce la stiamo mettendo tutta per raggiungere questo scopo. Il nostro impegno è ripagato dal contatto quotidiano coi lavoratori. Sono loro, e a gruppi crescenti, che ci cercano e contattano per denunciare lo stato conflittuale che si vive sul posto di lavoro.
E i rapporti con la sinistra del presidente Vendola?
Non guardiamo a una sinistra salottiera che ha vivacchiato con Prodi, scegliendo l'alleanza con i partiti liberali. Una sinistra, quella di Vendola, che ha aderito al finanziamento della scuola privata e appoggiato, con l'alibi della pace, le guerre imperialiste. Altro che salotti: la sinistra deve ritrovarsi in strada, stare sempre dalla parte dei lavoratori e all'occorrenza fare picchettaggio all'ingresso delle fabbriche.
Michele Rizzi, unico candidato
a sinistra di Rifondazione.
Link al filmato
del tg5 ore 13 di mercoledì 24 marzo

Michele Rizzi (a destra) coordina lo
spezzone del Pdac al corteo degli immigrati dell'ottobre 2009
"ABBIAMO PORTATO LE
LOTTE OPERAIE
NELLA CAMPAGNA
ELETTORALE"
Incontro della redazione web con
Michele Rizzi
In Puglia gli elettori
pugliesi, per queste elezioni regionali , saranno 3.410.387, e i sondaggi di
qualche settimana fa davano al nostro partito lo 0,7% dei voti (cioè circa
23.000 voti). Cosa ne pensi?
Come ripetiamo ad ogni campagna elettorale, il nostro partito si presenta alle elezioni senza nessuna illusione sulla possibilità di cambiamento all’interno della compatibilità istituzionale del sistema, ma con lo scopo preciso di usare una tribuna di grande visibilità per la propaganda del nostro programma. Questi potenziali 23.000 elettori pugliesi che, secondo il sondaggio da te citato, potrebbero votarci, in realtà riusciranno a conoscere il nostro programma proprio grazie alla nostra presentazione alle elezioni regionali e quindi penso che questo sia un buon risultato per il nostro obiettivo che è quello della costruzione del nostro partito che non dispone, a differenza di tutti gli altri, di finanziamenti che provengono da governi o padroni.
Come ripetiamo ad ogni campagna elettorale, il nostro partito si presenta alle elezioni senza nessuna illusione sulla possibilità di cambiamento all’interno della compatibilità istituzionale del sistema, ma con lo scopo preciso di usare una tribuna di grande visibilità per la propaganda del nostro programma. Questi potenziali 23.000 elettori pugliesi che, secondo il sondaggio da te citato, potrebbero votarci, in realtà riusciranno a conoscere il nostro programma proprio grazie alla nostra presentazione alle elezioni regionali e quindi penso che questo sia un buon risultato per il nostro obiettivo che è quello della costruzione del nostro partito che non dispone, a differenza di tutti gli altri, di finanziamenti che provengono da governi o padroni.
Ti sembra di essere
riuscito a far comprendere, durante la campagna elettorale, la distanza siderale
che esiste fra il PdAC e Sinistra e Libertà ? Secondo te è emerso che Rocco
Palese, Adriana Poli Bortone e Nichi Vendola, sono parimenti impegnati a
soddisfare i bisogni del padronato pugliese mentre il PdAC si pone in reale
opposizione al padronato che tutti gli altri ambiscono
servire?
Quando Confindustria Bari pose 16 domande ai candidati alle regionali ci è stata offerta un’ottima occasione per rilanciare il nostro programma di classe, dimostrare che noi non ci poniamo in atteggiamento di concertazione e collaborazione con il padronato ma in chiara controparte, senza timori e, anzi, avanzando le nostre rivendicazioni.
In quell’occasione i giornali locali evidenziarono: Vendola “rassicura Confindustria” mentre il candidato comunista del PdAC “non usa mezzi termini” in quanto “dichiaratamente anticapitalista” e quindi anche “contro il capitalismo furfante pugliese”. Mentre Vendola rassicurava io polemizzavo, pretendendo che fosse Laterza a fornire le risposte alle mie domande: “Che fine hanno fatto i soldi pubblici che sono stati regalati dai governi regionale e nazionali alle imprese che lui rappresenta? Come sono stati spesi? Quanti lavoratori sono messi in cassa integrazione e quanti licenziati dal padronato che lui rappresenta?”
Quando Confindustria Bari pose 16 domande ai candidati alle regionali ci è stata offerta un’ottima occasione per rilanciare il nostro programma di classe, dimostrare che noi non ci poniamo in atteggiamento di concertazione e collaborazione con il padronato ma in chiara controparte, senza timori e, anzi, avanzando le nostre rivendicazioni.
In quell’occasione i giornali locali evidenziarono: Vendola “rassicura Confindustria” mentre il candidato comunista del PdAC “non usa mezzi termini” in quanto “dichiaratamente anticapitalista” e quindi anche “contro il capitalismo furfante pugliese”. Mentre Vendola rassicurava io polemizzavo, pretendendo che fosse Laterza a fornire le risposte alle mie domande: “Che fine hanno fatto i soldi pubblici che sono stati regalati dai governi regionale e nazionali alle imprese che lui rappresenta? Come sono stati spesi? Quanti lavoratori sono messi in cassa integrazione e quanti licenziati dal padronato che lui rappresenta?”
Questo sulla stampa. Ma
nella società pugliese, nei luoghi di lavoro, nella vita dei salariati, dei
licenziati, dei disoccupati, questa differenza è stata
compresa?
Guarda, ho condotto la campagna elettorale anche nei salotti televisivi e nelle redazioni dei giornali unicamente perché, come ben sai, noi ci dobbiamo di solito scontrare con una forte censura mediatica e il periodo elettorale è l’unico periodo durante il quale possiamo contare sulla possibilità di arrivare a grandi numeri di persone. Ho cercato di utilizzare i mass media a disposizione per propagandare il nostro partito e quindi il nostro programma. Nonostante questo posso sicuramente affermare di avere trascorso la maggior parte del tempo della mia campagna elettorale tra gli operai in lotta della Bar.sa di Barletta, con gli operai dell’Adelchi di Tricase, con studenti e lavoratori che mi hanno invitato a numerosissime assemblee ed incontri in varie zone e realtà di lavoro e di lotta della Puglia.
Guarda, ho condotto la campagna elettorale anche nei salotti televisivi e nelle redazioni dei giornali unicamente perché, come ben sai, noi ci dobbiamo di solito scontrare con una forte censura mediatica e il periodo elettorale è l’unico periodo durante il quale possiamo contare sulla possibilità di arrivare a grandi numeri di persone. Ho cercato di utilizzare i mass media a disposizione per propagandare il nostro partito e quindi il nostro programma. Nonostante questo posso sicuramente affermare di avere trascorso la maggior parte del tempo della mia campagna elettorale tra gli operai in lotta della Bar.sa di Barletta, con gli operai dell’Adelchi di Tricase, con studenti e lavoratori che mi hanno invitato a numerosissime assemblee ed incontri in varie zone e realtà di lavoro e di lotta della Puglia.
Ci sono tanti temi
importanti che fanno parte del programma del PdAC sui quali sarebbe utile
soffermarci : taglio di tutti i finanziamenti pubblici alle imprese, occupazione
delle fabbriche e gestione operaia, reddito sociale per i disoccupati,
opposizione alle politiche razziste e di sfruttamento dei lavoratori immigrati,
opposizione al nucleare…
Sì, in Puglia le fabbriche alle quali rivolgiamo la nostra proposta di occupazione e gestione operaia si chiamano, ad esempio, Adelchi (Tricase), Franzoni Filati (Trani), Cofra e Bar.sa (Barletta). Quando parliamo di tutela dell’ambiente proponiamo lo sciopero generale contro la nuclearizzazione del territorio pugliese per imporre la cessazione della costruzione di nuove centrali a partire dall’impianto turbogas a Modugno, dal rigassificatore a Brindisi, per imporre la fine delle ricerche petrolifere al largo di Monopoli, che sono state votate dalla giunta Vendola. Quando parliamo della sanità , che vogliamo interamente pubblica, denunciamo che con Vendola la sanità ha visto un miliardo di euro per convenzioni con i privati. Quando, ad esempio, in Puglia parliamo di opposizione alle politiche razziste e di sfruttamento dei lavoratori immigrati ci riferiamo alla campagna pugliese, in particolar modo le situazioni di Andria, Terlizzi, Foggia, Nardò e alla chiusura immediata del C.I.E., Centro di Identificazione ed Espulsione, di Bari.
Sì, in Puglia le fabbriche alle quali rivolgiamo la nostra proposta di occupazione e gestione operaia si chiamano, ad esempio, Adelchi (Tricase), Franzoni Filati (Trani), Cofra e Bar.sa (Barletta). Quando parliamo di tutela dell’ambiente proponiamo lo sciopero generale contro la nuclearizzazione del territorio pugliese per imporre la cessazione della costruzione di nuove centrali a partire dall’impianto turbogas a Modugno, dal rigassificatore a Brindisi, per imporre la fine delle ricerche petrolifere al largo di Monopoli, che sono state votate dalla giunta Vendola. Quando parliamo della sanità , che vogliamo interamente pubblica, denunciamo che con Vendola la sanità ha visto un miliardo di euro per convenzioni con i privati. Quando, ad esempio, in Puglia parliamo di opposizione alle politiche razziste e di sfruttamento dei lavoratori immigrati ci riferiamo alla campagna pugliese, in particolar modo le situazioni di Andria, Terlizzi, Foggia, Nardò e alla chiusura immediata del C.I.E., Centro di Identificazione ed Espulsione, di Bari.
Un altro tema di grande
attualità e soprattutto di enorme importanza, è quello
dell’acqua.
Cero, ma quando parliamo dell’acqua non ci basta affermare che siamo per la completa “ripubblicizzazione” dell’Acquedotto Pugliese, per l’abolizione della SPA, per la trasformazione in ente pubblico e per l’istituzione di meccanismi di partecipazione diretta nella gestione dello stesso.
Questa posizione è per noi del tutto naturale e scontata. Noi stessi siamo stati tra i fondatori nel 2006 del Comitato in Puglia e abbiamo sempre sostenuto attivamente le sue/nostre battaglie, dalla raccolta firme a sostegno della Legge di iniziativa Popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque a disposizione per la ripubblicizzazione del servizio idrico” all’opposizione al disegno di legge regionale del 2008 che istituiva il “Magistrato delle Acque”; dalle contestazioni davanti al Consiglio Regionale del 2009 contro la proposta della maggioranza di centrosinistra di aprire l’azionariato dell’ AQP SPA ai privati -utilizzando la tristemente nota legge 133/2008 del governo Berlusconi- fino alle proteste del 2009 contro il sostegno, offerto dal Comune di Bari e dalla Regione Puglia, alle iniziative delle multinazionali dell’acqua sul nostro territorio. Recentemente abbiamo denunciato che non è accettabile che il disegno di legge elaborato in comune tra Regione, Comitato e Forum arrivi proprio alla fine della legislatura e, cosa più grave, arrivi in Consiglio Regionale privato della sua parte fondamentale: la trasformazione da società per azioni aperta ai privati ad ente di diritto pubblico. Se la giunta regionale guidata da Vendola non avesse modificato, all’ultimo secondo e con un colpo di mano, il disegno di legge varato dal tavolo tecnico oggi si potrebbe parlare di una grande vittoria. Per questo tutte le promesse fatte ora risultano tardive se non provocatorie. E spingono a fare un’ulteriore riflessione. C’è da ritenere che proprio l’Acquedotto Pugliese sarà la preziosa vittima sacrificale da porgere sull’altare dell’accordo politico di governo, ormai quasi definito in tutta Italia, tra il centrosinistra di Vendola e D’ Alema e l’UDC di Casini.
Cero, ma quando parliamo dell’acqua non ci basta affermare che siamo per la completa “ripubblicizzazione” dell’Acquedotto Pugliese, per l’abolizione della SPA, per la trasformazione in ente pubblico e per l’istituzione di meccanismi di partecipazione diretta nella gestione dello stesso.
Questa posizione è per noi del tutto naturale e scontata. Noi stessi siamo stati tra i fondatori nel 2006 del Comitato in Puglia e abbiamo sempre sostenuto attivamente le sue/nostre battaglie, dalla raccolta firme a sostegno della Legge di iniziativa Popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque a disposizione per la ripubblicizzazione del servizio idrico” all’opposizione al disegno di legge regionale del 2008 che istituiva il “Magistrato delle Acque”; dalle contestazioni davanti al Consiglio Regionale del 2009 contro la proposta della maggioranza di centrosinistra di aprire l’azionariato dell’ AQP SPA ai privati -utilizzando la tristemente nota legge 133/2008 del governo Berlusconi- fino alle proteste del 2009 contro il sostegno, offerto dal Comune di Bari e dalla Regione Puglia, alle iniziative delle multinazionali dell’acqua sul nostro territorio. Recentemente abbiamo denunciato che non è accettabile che il disegno di legge elaborato in comune tra Regione, Comitato e Forum arrivi proprio alla fine della legislatura e, cosa più grave, arrivi in Consiglio Regionale privato della sua parte fondamentale: la trasformazione da società per azioni aperta ai privati ad ente di diritto pubblico. Se la giunta regionale guidata da Vendola non avesse modificato, all’ultimo secondo e con un colpo di mano, il disegno di legge varato dal tavolo tecnico oggi si potrebbe parlare di una grande vittoria. Per questo tutte le promesse fatte ora risultano tardive se non provocatorie. E spingono a fare un’ulteriore riflessione. C’è da ritenere che proprio l’Acquedotto Pugliese sarà la preziosa vittima sacrificale da porgere sull’altare dell’accordo politico di governo, ormai quasi definito in tutta Italia, tra il centrosinistra di Vendola e D’ Alema e l’UDC di Casini.
Situazioni specifiche, come
quelle dell’acquedotto pugliese o della Bar.sa, si collegano ai grandi temi
a respiro nazionale ed internazionale, quali la privatizzazione dell’acqua, lo
sfruttamento della natura, la crisi economica mondiale . Il candidato Michele
Rizzi è il candidato della Regione Puglia in Italia, candidato di un partito, il
Partito di Alternativa Comunista, che è la sezione italiana della L.I.T. , la
Lega Internazionale dei lavoratori. In questi mesi i nostri compagni della
sezione brasiliana della LIT, il Pstu, sono impegnati nella campagna elettorale
per le Elezioni Presidenziali Brasile 2010 in quanto in questa tornata
elettorale ci sarà un’alternativa socialista per i lavoratori brasiliani: la
candidatura del nostro compagno Zé Maria. Altre dimensioni e un’altra realtà,
ma un unico sistema, il capitalismo, e un unico progetto, la costruzione del
partito mondiale per la rivoluzione socialista. Pensando ai nostri compagni
brasiliani e alla conclusione della tua campagna elettorale in Puglia, come
concluderesti questa intervista?
Ci sarebbero molte cose da dire, ad
esempio che il progetto è ambizioso, le responsabilità sono grandi e le
difficoltà enormi. Ma la crisi economica mondiale sta avanzando, serve una
risposta di classe. Pensando ai compagni brasiliani e alle elezioni pugliesi
vorrei rispondere, con un’unica risposta, alle sedici domande poste da
Confindustria di Bari : “Caro Laterza, rispetto a Vendola e agli altri
schieramenti, la nostra ricetta è l’esproprio delle fabbriche e la gestione
operaia: per mettere all’opposizione una minoranza di capitalisti senza scrupoli
e portare al governo i lavoratori, in Puglia e nel mondo intero.”
(intervista a cura di
Patrizia Cammarata)