Partito di Alternativa Comunista

Mobilitiamoci contro la guerra imperialista a Gaza!

Mobilitiamoci contro la guerra imperialista a Gaza!

 

 

 

di James Markin (Workers’ Voice, Usa)

 

 

 

La questione palestinese è tornata all’ordine del giorno quando i soldati di Hamas sono riusciti a uscire dalla Striscia di Gaza e a entrare in molte città del sud di Israele. L'invasione di terra di Hamas fa parte di una campagna globale che Hamas ha soprannominato «Operazione Al Aqsa Storm», che ha compreso anche un massiccio lancio di missili e una serie di attacchi hacker contro siti web israeliani. Il nome dell'operazione allude alle continue incursioni di Israele nel complesso del Monte del Tempio di Gerusalemme, che comprende la Moschea di Al Aqsa, considerata uno dei luoghi più sacri dell'Islam.

 

La più grande offensiva palestinese

Questa operazione è la più grande e audace offensiva di una fazione palestinese dagli anni Settanta. Dopo aver sfondato il muro di Gaza lo scorso 7 ottobre, le truppe di Hamas e della Jihad islamica palestinese (Pij) sono avanzate, apparentemente senza opposizione, attraverso città israeliane meridionali come Sderot e Ashkelon.
I giorni successivi all'invasione sono stati i più sanguinosi per Israele da decenni. Oltre alle centinaia di morti israeliani, le infrastrutture militari nel sud del Paese sono state distrutte. I video diffusi da Hamas mostrano le sue truppe distruggere i carri armati israeliani nelle loro basi e lanciare esplosivi dai droni sui soldati ai posti di blocco. I soldati di Hamas sono riusciti a portare nella Striscia un numero imprecisato di prigionieri sia militari che civili.
Questa violenza brutale da parte di Hamas è un chiaro risultato dell'assedio in corso a Gaza dal 2006. Da quando Hamas è salito al potere nella Striscia, Israele ha condotto una campagna sistematica per impedire ai residenti di condurre una vita dignitosa. Il blocco ha impedito agli abitanti di Gaza di uscire, mentre Israele ha bombardato le infrastrutture e impedito ai palestinesi di pescare in mare o di gestire l'aeroporto.
Come scrisse Karl Marx, descrivendo la brutale violenza degli indiani contro il dominio britannico durante la Rivoluzione del 1857, «C’è qualcosa nella storia umana di simile a un meccanismo punitivo; ed è una legge del contrappasso storico che questo strumento sia forgiato non dagli offesi, ma da coloro che offendono». Allo stesso modo, Israele ha forgiato l'arma Hamas attraverso la sua guerra contro la popolazione di Gaza.

 

Israele riprende il genocidio

In risposta all'operazione di Hamas, Israele ha dichiarato guerra e ha avviato il processo di formazione di un governo di unità nazionale. Mentre i politici israeliani iniziavano il loro lavoro alla Knesset, l'esercito israeliano non ha perso tempo e ha ripreso la sua campagna di bombardamenti genocidi contro Gaza. Molti esperti in tutto il mondo temono atti di violenza ancora più gravi da parte delle forze armate israeliane contro la popolazione civile di Gaza nei prossimi giorni. L'ultima volta che Hamas ha fatto prigionieri, c’è stata un'invasione di terra delle truppe israeliane, e questa settimana potrebbe conoscere un'invasione di terra molto più ampia.
La guerra potrebbe estendersi anche oltre la Striscia di Gaza. Il 9 ottobre, combattenti Pij si sono infiltrati in Galilea dal Libano, con i conseguenti bombardamenti di rappresaglia israeliani nel Libano meridionale. Il gruppo armato Hezbollah ha annunciato che tre dei suoi membri sono stati uccisi in questi bombardamenti israeliani e ha giurato di vendicarsi del regime sionista lanciando i propri razzi. Dati i precedenti successi di Hezbollah contro l'Idf nelle ultime due guerre libanesi, questo rappresenta il potenziale per un secondo fronte di guerra molto pericoloso.
Allo stesso modo, Israele ha annunciato un isolamento della Cisgiordania, chiudendo i posti di blocco nelle città palestinesi. In risposta alle continue violenze, i palestinesi in Cisgiordania hanno annunciato uno sciopero generale e grandi proteste hanno invaso l'odiato checkpoint israeliano di Qalandia, fuori Ramallah. Israele ha tentato di disperdere queste proteste con il fuoco vivo, causando la morte di tre palestinesi, tra cui un ragazzo di 16 anni.
Nel frattempo, Israele ha chiarito i suoi obiettivi: distruggere Hamas come forza di governo e uccidere per vendetta il maggior numero possibile di palestinesi. Sebbene nella sua prima dichiarazione Netanyahu abbia detto ai civili di Gaza che la sua guerra non è contro di loro e abbia consigliare di lasciare la Striscia, Israele ha continuato a impedire loro di andarsene, anche bombardando il valico di frontiera con l'Egitto. Il Ministero della Difesa israeliano ha diffuso un video in cui il Ministro della Difesa Yoav Gallant definisce gli abitanti di Gaza «animali umani» e giura di tagliare le forniture di cibo, acqua ed elettricità alla Striscia. È chiaro cosa sta per accadere: uno spargimento di sangue su scala mai vista dal 1948.

 

Gli alleati di Israele

Israele ritiene di poter uccidere impunemente perché gli Stati Uniti e i loro alleati in Europa gli hanno dato il via libera per agire. Joe Biden ha chiarito la sua posizione: ritiene che Israele debba essere autorizzato a compiere rappresaglie senza limiti contro i palestinesi. Tutte le dichiarazioni provenienti da Washington hanno chiarito il loro sostegno incondizionato a Israele. Dichiarazioni simili sono state fatte dalle potenze nell'orbita dell'impero statunitense, compreso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, che ha condannato Hamas ma si è rifiutato di chiedere la fine dei bombardamenti israeliani.
Tali dichiarazioni sono state rilasciate da politici di tutto lo spettro politico statunitense, compresi deputati come Alexandria Ocasio-Cortez e Cori Bush [dell’ala considerata progressista del Partito democratico, ndr]. Nelle arene diplomatiche, gli Stati Uniti sono intervenuti contro tutti i tentativi di chiedere un cessate il fuoco, spingendo invece per dichiarazioni congiunte che condannano Hamas e danno a Israele il via libera per continuare la sua guerra contro la popolazione civile di Gaza.
Inoltre, la Marina statunitense ha ordinato al gruppo d'assalto della portaerei Gerald Ford di entrare nella regione. Si tratta di un crudo atto di aggressione imperialista che rivela che gli Stati Uniti non hanno alcun interesse per la pace. L'intera finzione di un ordine mondiale borghese che si preoccupa dei diritti umani e delle condizioni umanitarie è andata in frantumi, mentre i capi di Stato statunitensi ed europei gridano al sangue palestinese.

 

Al fianco dei palestinesi!

Il movimento operaio e sindacale internazionale deve respingere senza esitazioni le azioni dei propri governi a sostegno di Israele nel suo massacro senza fine contro i palestinesi. Diverse grandi manifestazioni a sostegno della Palestina in tante città, tra cui New York, dimostrano che migliaia di persone non sono d'accordo con il sanguinoso sostegno dei loro governi nei confronti di Tel Aviv. Dobbiamo opporci totalmente alle false dichiarazioni anti-violenza dei nostri governi, che si rifiutano di condannare anche gli orribili attacchi a Gaza. Dobbiamo dire chiaramente che ci rifiutiamo di partecipare a qualsiasi escalation del conflitto e protestare contro qualsiasi aiuto bellico inviato dagli Stati Uniti per consentire i crimini di Israele. Dobbiamo mobilitarci nei nostri sindacati per aderire al movimento Bds e boicottare qualsiasi arma inviata a Israele. Dobbiamo dimostrare che i lavoratori di tutto il mondo si oppongono al genocidio pianificato a Gaza.
Mentre la classe operaia internazionale deve unirsi in solidarietà con la Palestina, la vera lotta per il futuro del Paese deve essere risolta dai palestinesi. Finché i sionisti manterranno il loro dominio sanguinario attraverso l'apparato dello Stato di Israele, lo spargimento di sangue e la violenza saranno inevitabili. Lo Stato di Israele deve essere smantellato e sostituito da una Palestina democratica e laica. Sebbene la capacità militare di Hamas sia chiaramente superiore a quanto si sospettava, operazioni come Al Aqsa Typhoon non possono in definitiva sconfiggere lo Stato israeliano. I leader dei gruppi palestinesi storici, come Hamas e Fatah, si stanno mobilitando per continuare ad avere un peso politico, poiché la loro strategia ha fallito per decenni, non essendo riusciti a dare un futuro migliore ai palestinesi.
È necessario che la classe operaia palestinese si unisca dietro un'unica bandiera a Gaza, in Cisgiordania, nei territori del 1948 e della diaspora, con il sostegno della classe operaia araba e internazionale in generale. Solo un fronte così ampio e unificato della classe operaia sarà in grado di fare una rivoluzione che possa rovesciare la colonizzazione sionista e procedere verso un futuro socialista in Palestina.

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