Cuba
Nuove conferme
che il capitalismo
è già stato
restaurato
di Alejandro Iturbe
(*)

(Raul Castro e
Lula)
La
nuova legge sugli investimenti esteri dimostra che il
capitalismo è già stato restaurato
L’Assemblea nazionale di Cuba ha approvato
una normativa che liberalizza l’ingresso di capitali stranieri concedendo enormi
agevolazioni impositive e garanzie legali. La legge era stata presentata alla
fine dell’anno scorso dal governo di Raúl Castro e, di fatto, apre tutti i
settori economici all’investimento estero, ad eccezione della sanità,
dell’istruzione e della stampa. Fra i vantaggi offerti dalla nuova legislazione
si segnalano i seguenti:
a) le compagnie straniere sono esentate dal pagamento di imposte sugli utili per otto anni. Al termine di questo periodo cominceranno a pagare una tassa del 15%, ma ne saranno esentate se reinvestiranno i loro profitti sull’isola;
b) la legge garantisce “la piena protezione e sicurezza dell’investitore, che non potrà essere espropriato, salvo che per motivi di utilità pubblica o interesse sociale”. In questo caso, sarà indennizzato.
a) le compagnie straniere sono esentate dal pagamento di imposte sugli utili per otto anni. Al termine di questo periodo cominceranno a pagare una tassa del 15%, ma ne saranno esentate se reinvestiranno i loro profitti sull’isola;
b) la legge garantisce “la piena protezione e sicurezza dell’investitore, che non potrà essere espropriato, salvo che per motivi di utilità pubblica o interesse sociale”. In questo caso, sarà indennizzato.
Un duro
dibattito
Da molti anni esiste un dibattito
all’interno della sinistra latinoamericana e mondiale sul carattere di classe
dello Stato cubano. L’immensa maggioranza della sinistra, specialmente quella
che definiamo corrente “castrochavista”, afferma che Cuba è “l’ultimo bastione
del socialismo”, difende incondizionatamente i provvedimenti del governo di Raúl
Castro e attacca duramente – definendoli “agenti dell’imperialismo” – tutti i
settori di sinistra che non condividono questa caratterizzazione, specialmente
se sono oppositori e critici del castrismo.
Purtroppo, molte correnti trotskiste o provenienti dal trotskismo, benché si oppongano al castrismo, ritengono che a Cuba ancora esista uno “Stato operaio burocratizzato” e che, per quanto il castrismo abbia in programma di restaurare il capitalismo, non avrebbe ancora varcato la frontiera. Come vedremo oltre, questo dibattito è cruciale per i rivoluzionari al momento di agitare un programma per Cuba.
Purtroppo, molte correnti trotskiste o provenienti dal trotskismo, benché si oppongano al castrismo, ritengono che a Cuba ancora esista uno “Stato operaio burocratizzato” e che, per quanto il castrismo abbia in programma di restaurare il capitalismo, non avrebbe ancora varcato la frontiera. Come vedremo oltre, questo dibattito è cruciale per i rivoluzionari al momento di agitare un programma per Cuba.
La
restaurazione si è già verificata
Al contrario, per la Lit – Quarta
Internazionale e poche altre correnti la restaurazione capitalista si è già
verificata ed è stata realizzata dalla stessa direzione dei fratelli Castro. Le
pietre miliari della restaurazione sono state:
- la legge sugli Investimenti esteri del 1995 che ha creato le “imprese miste”, amministrate dal capitale straniero. Gli investimenti si sono diretti soprattutto verso il turismo e il relativo indotto, ma si sono poi ampliati ad altri settori, prodotti farmaceutici e, successivamente, il petrolio;
- l’eliminazione del monopolio del commercio estero fino ad allora esercitato dallo Stato attraverso il Ministero del Commercio estero: sia le imprese statali che quelle miste possono liberamente negoziare le loro esportazioni e importazioni;
- la trasformazione di fatto del dollaro nella moneta effettiva di Cuba, coesistendo con due monete nazionali: una “convertibile” in dollari e un’altra “non convertibile”;
- la privatizzazione in concreto della produzione e della commercializzazione di canna da zucchero attraverso le “unità basiche di produzione cooperativa” (80% dell’area coltivata). I loro membri non hanno la proprietà giuridica della terra, ma si ripartiscono i profitti ottenuti. Nel 1994, cominciarono a funzionare i “mercati zooagricoli liberi” i cui prezzi vengono determinati dal mercato.
A partire da questi provvedimenti, l’economia cubana ha smesso di funzionare intorno alla pianificazione economica statale e ha cominciato a procedere, benché in maniera non lineare, retta dalle leggi del profitto e del mercato.
Cuba ha smesso di essere uno Stato operaio per diventare un Paese capitalista in un rapido processo di semicolonizzazione. In questo quadro, la direzione castrista si è trasformata in socia dei capitali stranieri, garantendone gli affari e, contemporaneamente, arricchendosi con essi attraverso le imprese statali e la sua partecipazione alle imprese miste.
Al tempo stesso, si produceva un processo di deterioramento sempre più grande delle conquiste della rivoluzione in settori chiave, come la sanità, l’istruzione, il collocamento, la tessera alimentare, ecc.
- la legge sugli Investimenti esteri del 1995 che ha creato le “imprese miste”, amministrate dal capitale straniero. Gli investimenti si sono diretti soprattutto verso il turismo e il relativo indotto, ma si sono poi ampliati ad altri settori, prodotti farmaceutici e, successivamente, il petrolio;
- l’eliminazione del monopolio del commercio estero fino ad allora esercitato dallo Stato attraverso il Ministero del Commercio estero: sia le imprese statali che quelle miste possono liberamente negoziare le loro esportazioni e importazioni;
- la trasformazione di fatto del dollaro nella moneta effettiva di Cuba, coesistendo con due monete nazionali: una “convertibile” in dollari e un’altra “non convertibile”;
- la privatizzazione in concreto della produzione e della commercializzazione di canna da zucchero attraverso le “unità basiche di produzione cooperativa” (80% dell’area coltivata). I loro membri non hanno la proprietà giuridica della terra, ma si ripartiscono i profitti ottenuti. Nel 1994, cominciarono a funzionare i “mercati zooagricoli liberi” i cui prezzi vengono determinati dal mercato.
A partire da questi provvedimenti, l’economia cubana ha smesso di funzionare intorno alla pianificazione economica statale e ha cominciato a procedere, benché in maniera non lineare, retta dalle leggi del profitto e del mercato.
Cuba ha smesso di essere uno Stato operaio per diventare un Paese capitalista in un rapido processo di semicolonizzazione. In questo quadro, la direzione castrista si è trasformata in socia dei capitali stranieri, garantendone gli affari e, contemporaneamente, arricchendosi con essi attraverso le imprese statali e la sua partecipazione alle imprese miste.
Al tempo stesso, si produceva un processo di deterioramento sempre più grande delle conquiste della rivoluzione in settori chiave, come la sanità, l’istruzione, il collocamento, la tessera alimentare, ecc.
Le difficoltà
del dibattito
Il dibattito su Cuba è enormemente
difficile. Si scontra con il rispetto e il prestigio che i fratelli Castro,
specialmente Fidel, si sono guadagnati dirigendo la prima rivoluzione socialista
in America Latina e costruendo il primo Stato operaio sotto il naso
dell’imperialismo.
Ma, come marxisti, dobbiamo discutere su fatti oggettivi, cercando di evitare che l’emozione e i sentimenti ci confondano. E i fatti ci dimostrano che è stata proprio la stessa direzione castrista a restaurare il capitalismo nell’isola.
A tutti coloro che sostengono che a Cuba vi sia ancora “socialismo” o uno “Stato operaio” domandiamo: cosa ha di “socialista” o di “economia pianificata” la legge sugli investimenti esteri che è stata approvata? Come collocate questa legge nelle vostre rispettive caratterizzazioni?
Per noi, invece, questa legge rappresenta un insieme coerente con la nostra analisi sulla compiuta restaurazione del capitalismo e sull’avanzamento della semicolonizzazione del Paese da parte del capitale straniero in associazione con la direzione castrista.
Ma, come marxisti, dobbiamo discutere su fatti oggettivi, cercando di evitare che l’emozione e i sentimenti ci confondano. E i fatti ci dimostrano che è stata proprio la stessa direzione castrista a restaurare il capitalismo nell’isola.
A tutti coloro che sostengono che a Cuba vi sia ancora “socialismo” o uno “Stato operaio” domandiamo: cosa ha di “socialista” o di “economia pianificata” la legge sugli investimenti esteri che è stata approvata? Come collocate questa legge nelle vostre rispettive caratterizzazioni?
Per noi, invece, questa legge rappresenta un insieme coerente con la nostra analisi sulla compiuta restaurazione del capitalismo e sull’avanzamento della semicolonizzazione del Paese da parte del capitale straniero in associazione con la direzione castrista.
Le conclusioni
per il programma
Ma non si tratta di un dibattito su emozioni
e sentimenti. E neppure di vedere chi avesse ragione in una discussione
accademica. È un dibattito che ha profonda importanza in relazione al programma
che si propone per Cuba e ai suoi assi centrali: per il castrochavismo, difesa
incondizionata del governo castrista e dei suoi provvedimenti; per le correnti
trotskiste che sostengono quest’analisi, difesa delle basi dello Stato
operaio.
Per la Lit – Quarta Internazionale, l’attuale priorità è opporsi a queste misure, nella prospettiva di una nuova rivoluzione contro il regime dei Castro, per ricostruire lo Stato operaio cubano e le sue conquiste.
Per la Lit – Quarta Internazionale, l’attuale priorità è opporsi a queste misure, nella prospettiva di una nuova rivoluzione contro il regime dei Castro, per ricostruire lo Stato operaio cubano e le sue conquiste.
(*) dal sito della
Lit-Quarta Internazionale www.litci.org