Ecco il nuovo
numero (n. 9)
di Trotskismo
oggi
la (inimitabile)
rivista di storia e teoria marxista
edita da
Alternativa Comunista
scritta da
militanti, per attivisti impegnati nelle lotte
Redazione: Mauro
Buccheri, Claudio Mastrogiulio, Mauro Pomo,
Laura
Sguazzabia, Fabiana Stefanoni, Simone Tornese
condirettori:
Matteo Bavassano e Francesco Ricci
grafica: Simone
Maccagnoni, copertine: Marco Pegorin
Trovi in questa
news:
- il sommario del nuovo
numero (n. 9)
- le modalità per
richiedere la rivista e gli arretrati
- il link alle versioni
scaricabili in pdf gratuitamente dei numeri 1 e 2
- l'editoriale del numero
9
Il sommario del
numero 9
Editoriale
Uno strumento di
lotta ideologica per lavoratori e avanguardie
di Matteo
Bavassano
(v. il testo più sotto in questa
news)
Attualità
Ascesa e declino
del neoriformismo
di Alberto
Madoglio
Dibattiti
Classi o
moltitudini? Critica alle teorie di Antonio Negri
di Fabiana
Stefanoni
Storia
Il "testamento"
falsificato di Engels
di Francesco
Ricci
Biennio rosso: la
storia di una rivoluzione mancata
di Ruggero
Mantovani
Spagna 1937:
l'esito tragico di una rivoluzione
di Ruggero
Mantovani
Speciale XII Congresso
mondiale della Lit-Quarta Internazionale
Stalinismo e
trotskismo di fronte ai processi di restaurazione del capitalismo
nei Paesi dell'Est
europeo
di Martin
Hernandez
La relazione dei
rivoluzionari con le correnti borghesi,
riformiste e
opportuniste nelle elezioni
di Martin
Hernandez
Speciale Seminario delle
donne della Lit-Quarta Internazionale
Donne: il genere
ci unisce, la classe ci divide
di Laura
Sguazzabia
Confronti
Marx sotto una
nuova luce. Intervista a Marcello Musto
traduzione di Matteo
Bavassano
Schede di
lettura
Marx: Il 18
brumaio di Luigi Bonaparte
di Mauro
Buccheri
Razzolare tra i
libri. Rubrica di bibliografie
di Francesco
Ricci
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L'editoriale di
presentazione del nuovo numero e dei suoi contenuti
UNO STRUMENTO DI LOTTA
IDEOLOGICA PER LAVORATORI E AVANGUARDIE
di Matteo Bavassano
La lotta di classe, diceva Engels, si
sviluppa lungo tre linee: la lotta economico-pratica, che Lenin nel Che
fare? definisce semplicemente lotta economica o lotta sindacale, la lotta
politica e la lotta ideologica. Il compito che ci proponiamo con Trotskismo
oggi, e che speriamo di assolvere adeguatamente, è appunto quello di
portare avanti la lotta ideologica necessaria perché il proletariato e la sua
avanguardia rivoluzionaria prendano coscienza dei loro compiti storici, cioè
della conquista del potere politico al fine della trasformazione socialista
della società. La lotta ideologica serve anche a delimitare il campo dei
rivoluzionari dai centristi e dai riformisti, soprattutto da quelli che cercano
di apparire come rivoluzionari, come i residuati dello stalinismo che sono
sopravvissuti alla caduta del loro apparato burocratico mondiale e che,
nonostante la forza ridimensionata, continuano a fare danni nel movimento
operaio, soprattutto tra le avanguardie giovanili che vengono intercettate e
bloccate nel loro percorso di radicalizzazione. Anche per questo, per disputare
a riformisti e centristi le avanguardie delle lotte, è fondamentale una costante
lotta ideologica, portata avanti anche sotto forma di un aggiornamento
programmatico, di una puntuale analisi della realtà della lotta di classe e
delle necessità dei lavoratori e delle masse oppresse, da trasformare,
attraverso la modalità classica del marxismo, indicata da Trotsky nel
Programma di transizione, in un programma transitorio capace di
mobilitare le masse nella lotta per il socialismo.
È indubbio che, dopo la reintroduzione del capitalismo
negli Stati operai nell’Europa dell’est (che smisero così di essere tali) e la
successiva caduta dei regimi dittatoriali stalinisti in quei Paesi, eventi che
la Lit indica col nome di «processi dell’Est», serva una attualizzazione del
programma del marxismo rivoluzionario, cioè del trotskismo, non fosse altro
perché uno dei suoi punti programmatici principali era la difesa dell’Urss e
degli altri Stati operai deformati, senza dimenticare ovviamente il suo
complemento, cioè la rivoluzione politica per scacciare la burocrazia stalinista
termidoriana dal potere per ridarlo agli operai attraverso la democrazia
sovietica. Tuttavia, a quanto ci risulta, non vi è nessuna corrente politica
rivoluzionaria (o che si pretende tale) che abbia affrontato, coerentemente e
sistematicamente, questi processi e che abbia dato una risposta politica
complessiva alle nuove sfide che vada in senso rivoluzionario e che non sia in
contraddizione con i fondamenti del marxismo: c’è chi, come l’ex Segretariato
unificato, ha abbandonato il programma marxista della dittatura del
proletariato, oppure chi ha continuato praticamente come se niente fosse, nel
caso degli stalinisti mistificando la realtà di ciò che era successo. La Lit-CI
ha fatto dell’analisi dei processi dell’est europeo uno degli assi teorici della
sua ricostruzione dopo la crisi di inizio anni ’90, legata appunto alla caduta
dell’Urss, e nel suo XI Congresso mondiale ha deciso di dedicarsi a un
aggiornamento programmatico sistematico. Nell’estate del 2016 il XII Congresso
ha iniziato questo lavoro, affrontando, tra gli altri temi proprio quello dei
«processi dell’est». Data l’importanza di questo dibattito, ed il carattere
programmatico fondamentale, che dovrebbe diventare patrimonio di tutto il
movimento operaio, la Lit-CI ha deciso di pubblicare parte del dibattito
congressuale attraverso la sua rivista teorica internazionale, Marxismo
vivo, di cui abbiamo deciso di pubblicare due articoli, scritti da Martín
Hernández, direttore di quella rivista, uno appunto sui «processi dell’est»,
l’altro sul rapporto dei rivoluzionari con la democrazia borghese, in
particolare sulle elezioni; particolarmente interessante quello sui processi
dell’est europeo, su cui Hernández ha scritto anche un libro El veredicto de la
historia, nel quale affronta gli eventi che hanno portato alla reintroduzione
del capitalismo in tutti i principali ex-Stati operai (Urss, Cina, Cuba).
Ma ovviamente la nostra battaglia ideologica non si
limita a questo: apre questo numero di Trotskismo oggi un articolo di
Alberto Madoglio che cerca di tracciare un bilancio delle principali forze
neoriformiste, mentre Fabiana Stefanoni elabora una approfondita critica di una
delle teorie post moderniste per eccellenza, quella che Toni Negri ha esposto
nei suoi ultimi libri Impero, Moltitudine, Comune e
Goodbye Mr. Socialism in particolare, non solo in astratto, ma alla
prova dei fatti. Francesco Ricci si dedica invece a smontare quella «leggenda»
creata dai riformisti sul cosiddetto «testamento» di Engels, e a ricostruirne la
vicenda, ribadendo che non vi fu mai il preteso «cambiamento strategico»
attribuitogli dai revisionisti. Uno dei temi più sentiti nella Lit-CI è quello
della lotta al maschilismo: se i nostri militanti sono impegnati quotidianamente
a contrastare non solo le violenze maschiliste nella società, ma anche gli
atteggiamenti e i pregiudizi maschilisti che permangono anche nelle
organizzazioni del movimento operaio, non tralasciamo sicuramente la parte
teorica, fondamentale, di questa lotta, ed infatti pubblichiamo, a cura di Laura
Sguazzabia, un resoconto delle principali discussioni svoltesi durante il
seminario europeo delle donne della Lit. È poi con piacere che ospitiamo, nella
sezione confronti, una intervista di Marcello Musto, giovane ricercatore
italiano ma che si è già ritagliato un posto di rilievo tra gli studiosi di Marx
a livello mondiale. Non poteva poi mancare la lettura di un classico: questo
mese Mauro Buccheri ci guida alla riscoperta del 18 Brumaio di Luigi
Bonaparte di Marx.
Dicevamo in apertura di questo editoriale dell’importanza
della lotta ideologica e quindi anche di questa nostra rivista, Trotskismo
oggi. Ebbene questa rivista probabilmente non esisterebbe senza gli sforzi
del suo primo direttore, Ruggero Mantovani, che l’ha fortemente voluta. Ruggero,
per anni responsabile della formazione del nostro partito, è recentemente
scomparso in seguito a una grave malattia che l’ha colpito negli ultimissimi
anni. Per tributargli un giusto omaggio pubblichiamo due suoi articoli inediti:
un articolo sulla guerra civile spagnola e la trascrizione di una sua relazione
sul Biennio rosso ad un seminario nazionale del Pdac. L’impegno che ci
prendiamo, per onorare la sua memoria, è di fare di Trotskismo oggi,
una rivista sempre migliore, che possa essere uno strumento di formazione per le
nuove generazioni di rivoluzionari. Così come il compagno Ruggero avrebbe
voluto.
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