SI È SVOLTO IL IX CONGRESSO MONDIALE DELLA
LEGA INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI ‑ IV INTERNAZIONALE (LIT‑CI)
Dal 23 luglio al 3 agosto si è svolto il IX Congresso
Mondiale della Lit‑Ci. Sono stati giorni di intensi dibattiti nell’avvenimento
più importante della vita interna di un’organizzazione internazionale. Oltre a
tutte le discussioni fondamentali, fatte in un clima di grande fraternità, il
congresso ha rappresentato un successo per tutti quelli che lottano per la
ricostruzione della IV Internazionale.
I partecipanti
Hanno partecipato al Congresso organizzazioni della Lit di
18 paesi (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El
Salvador, Perù, Venezuela, Paraguay, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Italia,
Belgio, Portogallo e Russia) rappresentate da 22 delegati pieni e 9 delegati
non pieni di organizzazioni simpatizzanti o che non hanno raggiunto il numero
minimo di militanti richiesti per avere diritto ad un delegato pieno (con diritto
di voto). Erano presenti anche militanti della Lit degli Usa. Per ragioni
finanziarie, non hanno potuto essere presenti, oltre al delegato della Turchia,
rappresentanti delle organizzazioni simpatizzanti di Uruguay, El Salvador,
Panama ed Ucraina.
Hanno anche partecipato, come invitati, organizzazioni con
le quali la Lit mantiene
relazioni politiche, tra cui Batay Ouvriyé di Haiti, Okde‑Ep della Grecia,
Freedom Socialist Party (Fsp) degli Stati Uniti, la Uit‑Ci (Unità Internazionale
dei Lavoratori) e due organizzazioni dell’Argentina: It (Izquierda de los Trabajadores)
e Fur‑Poder Obrero. Inoltre,
al Congresso sono giunti saluti di militanti della Lit del Messico e dei gruppi
Resistencia ed Acción Socialista, dello stesso paese.
Come è tradizione nei
congressi dell’Internazionale, è stata eletta una Presidenza Onoraria, composta
da dirigenti e militanti morti e da coloro che hanno dedicato la vita alla
lotta rivoluzionaria. In questo Congresso, il nome di Nahuel Bruno, fondatore
della Lit e suo principale dirigente, morto nel 1987, è stato al fianco di
altri importanti dirigenti e militanti della corrente morenista che sono deceduti
dall’ultimo congresso, cui è stato reso un caloroso omaggio per la loro
traiettoria politica, fra i quali, Eduardo Espósito, Ernesto González, Jorge
Guidobono, Eduardo Gómez (“Gardel”), José “Petiso” Páez e Juan Carlos López
Osornio (il “Pelato” Matosas).
Le principali
discussioni
Il Congresso ha discusso tre questioni centrali: la situazione
dell’America Latina, il processo di Ricostruzione della IV Internazionale ed il
problema della Morale Rivoluzionaria.
La discussione sull’America Latina ha affrontato la
caratterizzazione e la politica dei rivoluzionari in relazione ai governi del Venezuela,
della Bolivia ed agli altri governi di collaborazione di classe, ma principalmente
al governo di Chávez. Sono state anche discusse la questione agraria e la
serrata (lockout) della Confederazione
padronale agraria argentina, nonché la riorganizzazione del movimento di massa,
il ruolo e le prospettive dell’Elact (Incontro Latinoamericano e Caraibico dei
Lavoratori).
Sul Venezuela, numerose organizzazioni di sinistra affermano
che il governo Chávez è un governo rivoluzionario che conduce il paese verso il
“socialismo del XXI secolo”. Altri dicono che è un governo operaio e contadino
(o piccolo‑borghese rivoluzionario) che può arrivare a svolgere lo stesso ruolo
di Fidel Castro, nella Rivoluzione Cubana del 1959. La Lit‑Ci, al contrario, afferma
che quello di Chávez è un governo borghese, che poggia sulle Forze armate. È la
borghesia che governa il paese e la classe operaia è totalmente estromessa dal
potere dello Stato. Le nazionalizzazioni che Chávez ha fatto non sono parte di
un piano del governo per espropriare l’imperialismo e la borghesia, bensì
misure limitate per rafforzare la borghesia nazionale (specialmente il settore denominato
“borghesia bolivariana”) e, d’altra parte, una risposta limitata alla pressione
rivoluzionaria delle masse. Tutte queste caratteristiche confermano la
posizione della Lit secondo cui in Venezuela, , ciò che viene riaffermato non è
certamente il cammino verso il “socialismo del XXI secolo”, bensì un stato
borghese semicoloniale ed un regime bonapartista che oscilla tra l’imperialismo
ed il movimento di massa e che non esita a reprimere i lavoratori quando serve.
Il governo Chávez e gli altri governi populisti e di frontepopulisti
dell’America Latina sono nemici delle masse ed usano il loro prestigio per
contenerne la lotta rivoluzionaria, cercare di controllarle, demoralizzarle e
sconfiggerle. Di fronte a questo, la
Lit riafferma la sua strategia di rovesciamento di questi
governi e la loro sostituzione con governi operai e contadini, cioè, con la
dittatura del proletariato. In questa prima tappa, quando hanno ancora molto
prestigio, la nostra tattica è spiegare pazientemente ai lavoratori il
carattere borghese di questi governi, lottare contro la loro politica,
incoraggiare la lotta delle masse per le loro rivendicazioni concrete e
stimolare l’organizzazione indipendente della classe operaia. La politica
centrale della Lit oggi in America Latina è cercare in ogni modo l’indipendenza
della classe operaia per affrontare l’imperialismo e le borghesie nazionali.
Il dibattito sul progetto di ricostruzione della IV
Internazionale è stato uno dei più importanti del Congresso. La situazione
mondiale, di offensiva imperialista, ricolonizzazione della maggioranza dei
paesi del mondo, politiche neoliberali, supersfruttamento dei lavoratori e la
risposta di un’ampia azione rivoluzionaria delle masse nel mondo intero,
dimostrano la necessità imperiosa di ricostruire la IV Internazionale,
come forma per risolvere la crisi di direzione del proletariato e condurne alla
vittoria le lotte contro il capitalismo e l’imperialismo. Questa è stata la
battaglia di Trotsky. La Lit‑Ci,
sin dalla sua fondazione nel 1982, si è sempre considerata uno strumento al
servizio di questo compito strategico. Il IX Congresso della Lit è stato un progresso
in questo senso. C’è stato accordo tra le organizzazioni presenti, con le quali
la Lit sta
discutendo, in relazione ai criteri per la ricostruzione della IV, già esposti da
Trotsky negli anni ’30. È necessario basarsi su un programma, cioè sulla
comprensione comune della realtà e dei compiti che proponiamo al proletariato
in questo momento, e su accordi rispetto agli avvenimenti fondamentali della
lotta di classe e sull’azione congiunta di tutti i rivoluzionari impegnati in
questo compito. Per la cui gigantesca dimensione, lo sforzo per ricostruire la IV Internazionale
deve essere di tutti i rivoluzionari, non solo di quelli che si rivendicano
trotskisti, avendo come condizione che quelle relazioni siano basate su un
metodo comune di onestà, franchezza e lealtà, cercando gli accordi e discutendo
le divergenze con totale chiarezza.
Una delle questioni fondamentali in questo processo è la
difesa di una morale rivoluzionaria. Per questo motivo, il congresso ha realizzato,
su questo tema, una delle discussioni più ricche ed intense (v. articolo).
Il Congresso ha affrontato altri due temi fondamentali: la
situazione dell’economia mondiale ed il processo di restaurazione del
capitalismo nei paesi del Est europeo. Sull’economia, la discussione verteva
sull’attuale crisi economica mondiale e le sue ripercussioni per la classe
operaia. Il Segretariato della Lit ha presentato un documento che analizza i
meccanismi della crisi, la caratterizza come una crisi classica di sovrapproduzione,
provocata dalla caduta del tasso di profitto e sulla quale si può dire già che
è la peggiore crisi del capitalismo dal crack del 1929, con ripercussioni per
la classe operaia mondiale e tutti i paesi semicoloniali.
Malgrado il tema della restaurazione del capitalismo nei
paesi dell’Est europeo fosse stato già discusso alcuni anni addietro nella Lit,
questa questione è stata riproposta nel IX Congresso col proposito di affrontare
il dibattito con le organizzazioni invitate, così come con le organizzazioni recentemente
entrate nella Lit, come il PdAC dell’Italia ed i partiti dell’ex Cito, come il Pst
della Colombia, che non hanno partecipato ai dibattiti precedenti sul tema. L’obiettivo
non era votare un documento perché la stessa Lit non ha una posizione “ufficiale”
sul tema, nonostante già si sia manifestata un’opinione maggioritaria al riguardo.
Per questo motivo, sono stati presentati vari documenti che riflettono le
diverse posizioni che esistono all’interno della Lit, oltre ad altri documenti
elaborati da organizzazioni invitate, come la Uit e It.
Altre questioni sono state dibattute in Commissioni di
Lavoro che hanno funzionato parallelamente ai dibattiti centrali del Congresso.
L’obiettivo era approfondire alcuni temi per adottare risoluzioni alla fine dei
lavori: Europa, Medio Oriente, Argentina e lotta contro l’Oppressione della
Donna, alla discussione del cui tema si è dedicata un’apposita commissione.
Sono stati votati documenti sulla situazione in Europa (con
aggiornamenti e contributi sulla lotta contro la settimana lavorativa di 65 ore
e sui partiti anticapitalisti) e sulla situazione nel Medio Oriente. La
discussione sull’Argentina si è incentrata sopra al conflitto tra il settore
agrario ed il governo. C’è stata fu una forte polemica tra la posizione che
caratterizza la “crisi agraria” come una serrata patronale reazionaria sostenuta
dall’oligarchia rurale contro la quale i rivoluzionari debbono battersi
(posizione difesa dal Fos, sezione argentina della Lit, e dalla stessa
direzione della Lit), da una parte, e quella che considera la protesta come una
lotta progressista dei piccoli agricoltori (posizione difesa dalla Uit e fa It).
Dalla discussione, che sottende questioni di principio, sono emerse tre
proposte di risoluzione: una di appoggio alla politica del Fos e della direzione
della Lit (che è stata approvata all’unanimità nella sessione plenaria di
delegati), un’altra, contrapposta, presentata da It, ed una terza, con un’analisi
vicina alla posizione del FOS e della LIT, presentata dal Fur-Po, ma che
considerava che le differenze non erano di principio.
La commissione che ha dibattuto la questione dell’oppressione
della donna è stata la più partecipata del Congresso. Sono stati presentati tre
documenti sul tema: una dalla Commissione delle Donne della Lit e dal
Segretariato Internazionale, un altro dal Fsp degli Usa ed un terzo dal Pstu.
Partendo da un accordo sulla necessità di avviare la lotta contro l’oppressione
della donna in una prospettiva classista e socialista, c’è stato un intenso
dibattito su come organizzare la lotta delle donne nonché il lavoro delle
organizzazioni rivoluzionarie in questo settore.
Di seguito, il Congresso ha discusso il Documento di
Bilancio ed Indirizzo di Attività, ratificando, in generale, l’analisi sul progresso
avuto dalla Lit che la rende un riferimento per il raggruppamento dei
rivoluzionari, evidenziata nella realizzazione dell’Elact. I delegati presenti al
Congresso hanno discusso anche delle nuove e grandi sfide, che rendono
manifesta la responsabilità delle organizzazioni della Lit nel processo di
riorganizzazione del movimento operaio e la necessità imperiosa di fortificare
le sezioni nazionali e crescere in numero di militanti e quadri per affrontare
i nuovi compiti. In questo stesso senso, si è posto l’accento sulla necessità
urgente di rafforzare la direzione dell’Internazionale per assumere queste nuove
e grandi sfide.
Il IX Congresso
conferma lo sviluppo della LIT
È stato un Congresso di successo, per il numero di nuove
sezioni ed organizzazioni simpatizzanti presenti; la partecipazione attiva
delle organizzazioni invitate ai dibattiti; i documenti presentati ed il
livello politico delle discussioni; ed ha espresso il grado di avanzamento della
Lit in questo momento.
D’altra parte, l’ultimo periodo ha mostrato il grado di
sviluppo ed inserzione delle sezioni della Lit, cosa che si è rispecchiata nel
Congresso e nell’importanza degli eventi realizzati nel periodo precongressuale,
il Congresso della Conlutas e l’Elact, nei quali la militanza della LIT ha
avuto un ruolo di rilievo.
In uno dei punti più importanti per l’Internazionale in
questo momento, il compito di ricostruzione della IV, si sono avuti progressi
molto importanti. Benché durante il Congresso non si sia giunti ad accordi
concreti in direzione all’unificazione della Lit con le organizzazioni invitate,
tutte esse hanno rivendicato l’importanza delle discussioni fatte nel
Congresso, la maggioranza ha espresso il suo accordo con documenti come quello
di Ricostruzione della IV e sulla Morale Rivoluzionaria, e tutte hanno manifestato
l’intenzione di continuare a discutere con la Lit ed hanno condiviso la necessità del Seminario
di Attualizzazione Programmatica, votato dal Congresso.
D’altra parte, il Congresso ha evidenziato che esistono
ancora importanti divergenze che ostacolano un’unificazione immediata e che richiedono
che le discussioni continuino. Tali divergenze, in alcuni casi, involgono
questioni di principio, come il dibattito tra la Lit con la
Uit ed It, sul conflitto rurale in Argentina che ci colloca
in campi opposti in questo processo.
Tuttavia, ciò non ha impedito che la proprio It affermasse,
alla fine del Congresso: “Questa è la
Lit di Moreno”. Il dibattito con queste organizzazioni deve
proseguire con la chiarezza e la franchezza con cui si è realizzata la discussione
politica nel Congresso, perché l’obiettivo più importante che abbiamo davanti
continua ad essere la ricostruzione della IV Internazionale, strumento
fondamentale affinché la classe lavoratrice possa uscire vittoriosa nelle sue
lotte contro il capitalismo e l’imperialismo in tutti i paesi del mondo.
La lotta per una morale
proletaria e rivoluzionaria come parte della battaglia per la ricostruzione
della IV Internazionale
[secondo
articolo]
La necessità imperiosa di lottare contro la morale borghese
e recuperare la morale proletaria e rivoluzionaria, come parte indissolubile
della battaglia per la ricostruzione della IV, è stata intensamente dibattuta
nel Congresso Mondiale della Lit.
Nella relazione di apertura della discussione, il compagno
Caps, del Prt della Spagna, ha ricordato che “Per noi, questa discussione è
molto lontana dal rispondere a qualche tipo di problema interno; essa risponde
ad una necessità obiettiva, inevitabile, che ha a che vedere coi compiti di
costruzione di un’Internazionale rivoluzionaria”. Ed ha insistito sul fatto che
la questione morale è una questione “sine qua non”, sulla quale si deve avere
accordo, senza la quale è impossibile costruire un’Internazionale in comune. Ha
ricordato che Trotsky e Moreno diedero sempre un enorme valore a questo tema, sia
da un punto di vista teorico, sia pratico.
Nel 1938, Trotsky scrisse un piccolo opuscolo, “La loro
morale e la nostra”, in cui spiega che non c’è una morale universalmente valida,
perché la morale è il prodotto dello sviluppo sociale ed ha un carattere di
classe. La classe dominante impone alla società i suoi fini e definisce come “immorali”
i mezzi che contraddicono quei fini. Trotsky non aveva nessuna concezione
mistica della morale. Per lui, i problemi della morale rivoluzionaria si
confondono coi problemi di strategia e tattica rivoluzionarie. Perciò, egli
considerava impossibile il compito di costruire un partito rivoluzionario senza
una morale indipendente in tutto dalla morale borghese. L’indipendenza di
classe è indissociabile della costruzione di una morale indipendente dalla
borghesia, di una morale proletaria. L’epoca in cui viviamo è l’epoca della
decadenza capitalista, di una morale marcia, in cui ciò che prevale è il “tutto
è consentito”, la morale decadente della borghesia, degli apparati e burocrati
sindacali che, per distruggere l’indipendenza della classe, hanno dovuto, al
tempo stesso, distruggere la morale proletaria.
Oggi, milioni di lavoratori giovani nel mondo si affacciano
per la prima volta sul loro posto di lavoro. Quando si trovano di fronte ad un
sciopero, quello che sentono della burocrazia sindacale è che devono essere “democratici”,
che tutti debbono avere i propri diritti: chi vuole lavorare, lavora; chi non
vuole, non lavora. E le leggi spiegano che lo sciopero, per essere “democratico”,
deve garantire un minimo di personale che continui a lavorare. Quei giovani che
cominciano a lavorare si misurano con questa ideologia, che è la morale
borghese dominante e che distrugge la solidarietà tra i lavoratori e l’indipendenza
di classe.
Per questo, se il progetto della Lit è la ricostruzione della
IV Internazionale, affinché ciò sia possibile, è necessario recuperare la
morale proletaria, la morale di classe, in uno scontro quotidiano con la morale
borghese, la morale decadente, che penetra attraverso tutti i pori nel seno
della classe lavoratrice. È necessario recuperare la solidarietà di classe, che
deve esprimersi nella vita quotidiana dei lavoratori e che è tanto importante
come modo di difendersi dagli attacchi del padronato, recuperare la morale
proletaria come parte indissolubile della costruzione di un’organizzazione
indipendente della classe lavoratrice come strumento di lotta contro il
capitalismo e per una società socialista. È una battaglia strategica e tattica
per la ricostruzione di quella morale proletaria che la borghesia, lo
stalinismo e gli apparati sindacali hanno distrutto durante gli anni. Non c’è
unità possibile della classe operaia, non c’è indipendenza possibile della
classe senza questa ricostruzione, senza la lotta contro la morale degli
apparati, che è una morale “lumpen”[1],
la morale dei privilegi, della degenerazione tra i dirigenti sindacali, che
vendono il proprio mandato al padronato, mostrando in tal modo che “ognuno ha
il suo prezzo”. Questo tipo di morale è nefasto per i lavoratori.
È urgente, pertanto, recuperare la morale proletaria
affinché la classe possa ritrovare il percorso della sua organizzazione
indipendente. Ma non basta. È necessario recuperare anche la morale di partito
e rivoluzionaria. Perché la decadenza della società capitalista sottopone a
forti pressioni le organizzazioni di sinistra, che finiscono per praticare una
morale borghese, degradata, che si manifesta in ogni tipo di atti di
corruzione, frodi e manovre sleali, che niente hanno a che vedere con una
morale rivoluzionaria. Questo processo è tanto grave che oggi vediamo perfino
organizzazioni di sinistra che si proclamano marxiste, comprese alcune che
ebbero la loro origine nel trotskismo, accettare denaro della borghesia per
scegliere i propri candidati e così giungere in parlamento.
Recuperare la morale di partito e rivoluzionaria significa
affrontare questi metodi, identificarli e combatterli quotidianamente.
Significa affrontare e combattere il machismo ed ogni tipo di discriminazione
ed oppressione contro le donne, i neri o gli omosessuali dentro il partito
rivoluzionario. Perché il partito è un strumento che lotta per abbattere la
borghesia e, per questo, deve avere una morale superiore, una disciplina di
ferro, basata sulla massima fiducia e solidarietà tra tutti. Senza questa
morale, è impossibile costruire una IV Internazionale che riesca ad andare fino
in fondo nella lotta contro la borghesia. Per questo, questa discussione così
importante nel Congresso della Lit, ha coinvolto tutte le organizzazioni
presenti, i cui accordi in relazione a questa questione sono fondamentali per
avanzare nel processo di ricostruzione della IV.
Principali risoluzioni
[terzo
articolo]
Il dibattito sul progetto di Ricostruzione della IV
Internazionale è culminato con la proposta di realizzare un Seminario sull’Attualizzazione
del Programma di Transizione, da realizzare nel 2009. Il Programma di
Transizione fu scritto per Trotsky, nel 1938, come base per la fondazione della
IV Internazionale. Di fronte alle profonde trasformazioni verificatesi nel
mondo dopo la caduta dell’Urss e la restaurazione del capitalismo negli ex stati
operai, la Lit e
le organizzazioni con le quali essa mantiene relazioni politiche fraterne si vedono
davanti alla necessità imperiosa di procedere ad un aggiornamento del Programma
di Transizione, come parte del processo di ricostruzione della IV
Internazionale. Questo è il proposito del Seminario che dovrà essere convocato
non solo dalla Lit, ma anche da tutte le organizzazioni presenti nel IX
Congresso Mondiale, nella misura in cui esiste un accordo sull’importanza che
assume l’aggiornamento programmatico nel compito di ricostruire la IV Internazionale.
Sostenere e
sviluppare l’Elact
Considerando che la realizzazione dell’Elact è stato un progresso
nella lotta per raggruppare l’avanguardia classista e combattiva della regione,
il Congresso ha deciso che la direzione della Lit‑Ci e di tutte le sue sezioni
nel continente hanno come centro della loro politica per la riorganizzazione
del movimento operaio il rafforzamento dell’Elact, come strumento per l’organizzazione
indipendente della classe lavoratrice nella lotta contro gli attacchi dell’imperialismo.
Come deciso nel primo incontro, ora è il momento di promuovere la prima
campagna dell’Elact, la giornata antimperialista da realizzare nella terza
settimana di ottobre e che ha come asse continentale la parola d’ordine “Fuori le
truppe dell’Onu da Haiti!”, insieme all’appoggio alle lotte antimperialiste che
sorgano nella congiuntura e quelle che siano proprie di ogni paese in questo
momento.
La seconda è la campagna contro la criminalizzazione delle
lotte operaie e popolari e per la libertà sindacale, che ha come simbolo la
situazione colombiana, che è già costata la vita di 5.000 dirigenti sindacali
negli ultimi dieci anni, unita alle campagne che si sviluppano in ogni paese
per quei compagni assassinati, incarcerati o sottoposti a processi giudiziari.
Lottare contro il
machismo e l’oppressione delle donne
Il Congresso ha votato una serie di politiche per cercare di
organizzare le donne lavoratrici e povere, che subiscono un supersfruttamento
ed un aggravamento di ogni tipo di oppressione ed umiliazione in tutti i paesi
del mondo. È stato categoricamente riaffermato che il machismo, in tutte le sue
manifestazioni, è un’ideologia borghese che distrugge la classe lavoratrice e,
pertanto, è incompatibile col programma rivoluzionario. Tra le risoluzioni
adottate vanno annoverate quella che orienta tutte le sezioni della Lit ad assumere
la questione della donna come parte delle proprie analisi e politiche per guadagnare
le donne lavoratrici alla lotta rivoluzionaria e quella di costituire una
Commissione delle Donne della Lit che spinga l’elaborazione teorico-programmatica
dell’Internazionale sulla questione della lotta contro l’oppressione delle
donne e di tutte le altre oppressioni.
Appoggiare le
mobilitazioni in Europa
La
commissione europea del Congresso Mondiale ha intensamente discusso sull’Europa,
ricordando che alcuni paesi, come Grecia e Portogallo, sono in recessione da
alcuni anni e che, ora, questa situazione ha già raggiunto Francia, Spagna,
Gran Bretagna ed Italia, e si va estendendo all’insieme del continente,
condannando milioni di lavoratori alla disoccupazione ed alla miseria. Questa crisi
colpisce, in primo luogo, i lavoratori immigrati, minacciati da espulsioni
massicce, dall’aumento della repressione, dall’applicazione della “normativa del
ritorno”, meglio nota come la normativa “della vergogna”, oltre che dal
deterioramento generale delle condizioni di lavoro.
La crisi
economica e politica dell’Ue stanno provocando una reazione della classe
lavoratrice. L’ascesa, molto concentrata in Francia negli ultimi anni, viene
estendendosi a tutto il continente, benché la sua avanguardia sia in Francia,
Grecia e Portogallo. La normativa delle 65 ore e le mobilitazioni contro gli
attacchi ai lavoratori preludono ad una stagione di grandi lotte, soprattutto
in Gran Bretagna, Italia e Grecia.
Risoluzioni sull’Argentina
Tutte le organizzazioni argentine che hanno partecipato ai
lavori della Commissione che ha discusso questo punto nel Congresso hanno
deciso, all’unanimità, di proporre alla direzione della Lit che continui a
seguire gli avvenimenti politici in Argentina come una delle sue priorità, nel
senso di aiutare a risolvere le divergenze che sono sorte sul tema nell’ultimo
periodo, confidando che il metodo di intervento e continuità dei dibattiti
permetta di superarle.
D’altra parte, il Congresso adottò una risoluzione che mette
in chiaro che il modo corretto di affrontare questi eventi è sulla base delle
definizioni della III e della IV Internazionale per la questione agraria, che, nei
contadini, distinguono i potenziali alleati e nemici della classe operaia; che l’indipendenza
della classe operaia e la lotta contro la colonizzazione ed il saccheggio
imperialista, il cui principale simbolo è oggi la politica di espandere le piantagioni
di soia, debbono essere la guida che orienti i nostri partiti; che è necessario
lottare contro i piani imperialisti e delle multinazionali dell’agrobusiness, sostenuti
dai governi e dai grandi produttori di soia. Perciò, la posizione corretta è
ripudiare e combattere la serrata padronale, affrontandola con la lotta e l’organizzazione
della classe lavoratrice rurale ed urbana ed i suoi veri alleati: le classi medie
impoverite della città che sono state colpite da quel provvedimento padronale,
ed i contadini poveri (quelli che non sfruttano forza lavoro altrui), attaccati
dai padroni della soia ed esclusi dalle organizzazioni che hanno diretto la serrata.
In un conflitto di questa natura, la politica dei rivoluzionari è separare il
contadino povero da quelli ricchi. E, in questo caso, questa divisione si è
verificata nella realtà, poiché i contadini poveri e le organizzazioni che li
rappresentano sono rimasti estranei alla serrata dei padroni della soia, scontrandosi
con essa. Pertanto, in questo caso, è inammissibile per organizzazioni
rivoluzionarie la collaborazione politica coi latifondisti ed i contadini
ricchi, rappresentati dalla Società Rurale ed altre organizzazioni. La
complessità delle trasformazioni nelle campagne ci obbliga ad intensificare lo
studio del tema per approfondire la nostra analisi, il nostro programma e le
nostre orientazioni.
[1]
Sottoproletaria (NdT).
(Traduzione di Valerio
Torre)
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