Progetto comunista
cresce,
strumento dei
lavoratori in lotta
Intervista al
direttore, Buccheri
A cura della redazione
web
Intervistiamo il direttore di
Progetto comunista, Mauro Buccheri, e cominciamo col chiedergli cosa ha
Progetto comunista di diverso rispetto agli altri giornali reperibili
nel panorama della sinistra italiana.
Direi che meglio di me
potrebbero rispondere a questa domanda i compagni che in questi anni ci hanno
dato fiducia acquistando con regolarità il giornale o abbonandosi. Da loro ci
sono pervenuti nel corso del tempo considerazioni e consigli che ci hanno
aiutato a rendere ancora più efficace Progetto comunista. Compagni che
talvolta sono stati anche protagonisti in prima persona nel nostro giornale,
riportandoci le loro esperienze di lotta e rilasciandoci interviste utili a
divulgarle. Per quanto mi riguarda, credo che il segreto del giornale riposi
nella grande cura con cui la redazione lavora alla sua stesura. Un lavoro di
squadra che si è affinato negli anni e che oggi ci consente di uscire
regolarmente ogni mese con un prodotto che oggettivamente non ci sembra avere
eguali a sinistra. Non solo sul piano grafico, aspetto che pur va rimarcato
perché, come si suole dire, l'occhio vuole la sua parte. Ma soprattutto dal
punto di vista della qualità dei contenuti e della completezza: all'interno del
periodico sono presenti, infatti, sezioni riguardanti politica, lotte e
movimenti, lavoro e sindacato, teoria e prassi, internazionale. Inoltre, e
questo vale per i periodici di tutte le sezioni della Lit-Quarta Internazionale,
di cui il Pdac è sezione italiana, Progetto comunista dedica
costantemente uno spazio importante ad articoli di approfondimento sulla
questione dell'oppressione della donna e della lotta al maschilismo,
elaborazioni che sono frutto del prezioso lavoro delle compagne della nostra
Commissione lavoro donne e del confronto interno che il nostro partito dedica
con continuità a questo tema centrale.
Prima di
approfondire le questioni da te richiamate, ti chiediamo cosa pensi rispetto
alla posizione di chi considera il giornale cartaceo come qualcosa di
obsoleto.
Come sosteneva giustamente Lenin, il giornale, in
quanto strumento di propaganda e agitazione politica fondamentale, costituisce
un elemento centrale per un partito rivoluzionario. Vorrei rimarcare come il
pensiero leniniano risulti a mio avviso assolutamente attuale, nonostante
qualcuno cerchi oggi di ridimensionare il ruolo del giornale cartaceo
ritenendolo uno strumento “superato” nell'epoca di internet e, dunque, da
relegare nel museo dell'antiquariato.
Ferma restando l'importanza oggi del
sito web o del blog (che comunque vanno usati correttamente e non concepiti,
come fa qualcuno, alla stregua di un alter ego dei giornali online borghesi in
chiave “rivoluzionaria” volto a sfornare costantemente articoli e considerazioni
su tutto l'universo-mondo), riteniamo che il giornale quale strumento di
confronto con gli operai davanti alle fabbriche, con gli studenti davanti alle
scuole, coi lavoratori in lotta e, in generale, con gli oppressi sia uno
strumento assolutamente attuale, funzionale all'interlocuzione diretta con
persone in carne ed ossa, alla divulgazione del marxismo rivoluzionario, alla
formazione e all'informazione sulle lotte in corso, vertenze alle quali sovente
i nostri militanti partecipano in prima linea. È chiaro che se poi non si ha, né
si cerca di avere, un intervento nella realtà concreta il rifugiarsi nel mondo
virtuale diventa quasi una necessità di sopravvivenza. Il punto sta nel
comprendere se la sopravvivenza virtuale o la sostituzione del partito di
militanti con una redazione giornalistica online siano coerenti col
marxismo.
Quali sono a tuo
avviso i requisiti necessari per potere pubblicare un giornale di
qualità?
Riallacciandomi a quanto dicevo in precedenza, direi
che il primo requisito è avere dei militanti attivi nelle lotte. E infatti, a
scrivere Progetto comunista sono i nostri stessi militanti, oppure
compagni coi quali siamo in dialogo e coi quali collaboriamo nelle lotte sul
territorio: giusto per fare solo un esempio, nell'ultimo numero di Progetto
comunista (febbraio 2018) è dato ampio spazio all'importante lotta degli
insegnanti che si sta sviluppando in queste settimane a livello nazionale, una
lotta che vede in prima linea una nostra dirigente. Insomma, il nostro non è un
giornale scritto da accademici o intellettuali ma un giornale scritto da
militanti per altri militanti che vogliono essere informati sulle lotte che si
sviluppano in Italia e nel mondo, che vogliono dare voce alle vertenze e alle
mobilitazioni, che vogliono approfondire lo studio del marxismo e applicarlo
nella pratica.
Va da sé che non può esserci pratica politica rivoluzionaria
senza teoria rivoluzionaria. E la teoria rivoluzionaria può essere elaborata
solo in un'organizzazione politica marxista rivoluzionaria costruita su basi
internazionali e sulla base del centralismo democratico. Ciò ci suggerisce un
altro requisito essenziale per poter produrre un giornale di qualità: avere alle
spalle un partito come quello su indicato. E in Italia il Pdac, alla luce dei
fatti, che com'è noto hanno la testa molto dura, pur con i suoi limiti, è
l'unico partito che al contempo si fonda sul programma marxista rivoluzionario e
che fa parte di un'organizzazione internazionale realmente operativa e concepita
in senso leninista, cioè un'organizzazione che non si risolve in un mero club di
discussione ma che realizza congressi con regolarità, ha gruppi dirigenti
democraticamente eletti, produce una stampa periodica, cura costantemente la
formazione dei militanti sulla base del marxismo rivoluzionario, ha
un'elaborazione fondata sulla partecipazione democratica di tutte le sezioni e
di tutti i militanti, attua le politiche decise centralmente a livello mondiale.
Qualcuno ha provato a dire che sostenendo questo faremmo autocelebrazione: ad
oggi, tuttavia, questo qualcuno non è riuscito a produrre argomenti che
smentiscano quanto da noi sostenuto né ci ha saputo indicare altre
organizzazioni che agiscano appunto come un partito internazionale.
Potresti
chiarire in concreto quanto hai appena espresso?
Il
chiarimento in concreto lo si può avere confrontando Progetto comunista
con i giornali editi da altre organizzazioni. Giornali che, tra le altre cose,
non riescono ad avere una cadenza regolare e che spesso sopravvivono a stento e
fra mille traversie. Il perché è presto detto. Se non hai alle spalle
un'organizzazione che cura la formazione politica marxista è chiaro che non hai
a disposizione militanti e quadri che possano scrivere articoli utili a
veicolare la posizione marxista in merito alle questioni più svariate, che
riescano cioè a calare la teoria marxista nella pratica. Ecco perché, quando
leggiamo i giornali (nonché i blog) di altre formazioni politiche, che
purtuttavia si richiamano al marxismo, non è raro imbattersi in pezzi che ben
figurerebbero in una testata borghese o in articoli che esprimono vere e proprie
assurdità, cioè posizioni profondamente antimarxiste: non è difficile, giusto
per fare solo qualche esempio, leggere di “comunisti” che sostengono
(apertamente o magari “criticamente”) governi di collaborazione di classe, che
appoggiano regimi nazionalisti borghesi, come ad esempio quello chavista, o
persino regimi genocidi come quello di Assad in Siria. E non parliamo soltanto
di gruppi che si richiamano allo stalinismo, ma persino di soggetti che si
definiscono “trotskisti”. Dico questo per fare comprendere come la mancata
formazione marxista possa portare solo alla produzione di ciarpame, buono solo a
veicolare ignoranza e pregiudizi borghesi.
Per fare un altro esempio
concreto, è chiaro che se non hai militanti attivi nelle lotte e se non sei
parte di un'internazionale puoi solo parlare per sentito dire. Eloquenti a tal
proposito le sciocchezze che abbiamo letto in questi anni in articoli di
formazioni “marxiste rivoluzionarie” che, proprio perché estranee a
un'organizzazione internazionale e proprio perché dedite alla contemplazione del
mondo in pantofole, sono arrivate a prendere abbagli impressionanti - così come
abbiamo avuto modo spesso di denunciare - su questioni di carattere nazionale e,
soprattutto, internazionale. Chiaramente, ciò contribuisce, in un circolo
perverso, ad accentuare le difficoltà e la distanza dal marxismo delle loro basi
militanti.
Una controprova di ciò che dico, e andiamo sul tragicomico,
l'abbiamo se consideriamo che alcuni nostri "concorrenti" (almeno loro si
percepiscono come tali) sono giunti a riportare, in articoli riportanti la loro
firma, informazioni palesemente estrapolate dai nostri articoli, senza
ovviamente citare la fonte, o addirittura a copiarne parti intere! Purtroppo per
loro, la differenza fra l'originale e le copie balza facilmente all'occhio di un
lettore attento e intelligente. Il fatto stesso che questi soggetti pensino di
risolvere i loro problemi copiando (ci hanno provato, senza successo, anche con
la nostra rivista teorica, Trotskismo oggi) la dice lunga sulla
condizione in cui versano.
Il nostro obiettivo, insomma, a differenza di
quello di altri, non è riempire pagine (giusto per poter dire di avere scritto
qualcosa di più o meno sensato) ma proporre ai lettori, cioè agli attivisti e ai
militanti che ci danno fiducia e che sono in dialogo con noi, uno strumento
utile a divulgare le lotte, a raccordarle sulla base della solidarietà
militante, a svilupparle sulla base della teoria marxista.
Adesso ci sembra
chiaro ciò che intendi. In conclusione, a chi ti rivolgeresti e con quale
appello?
Mi rivolgerei a tutti i compagni che sono
interessati a contribuire allo sviluppo delle lotte e alla causa rivoluzionaria.
L'appello che faccio è di acquistare il giornale e abbonarsi, di contribuire a
rendere migliore Progetto comunista dandoci pareri e suggerimenti, di
aiutarci a scriverlo riportandoci le lotte in cui sono impegnati. Mettiamo
questo strumento a disposizione di chiunque voglia lottare contro questo sistema
economico disumano, di tutti quelli che non si rassegnano alla barbarie perché
credono che un altro mondo, un mondo socialista, sia possibile e
necessario.
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