Per dire no alla Gelmini.
Affinché l’Onda li trascini via…
Tutti a Roma il 14 Novembre!
Tutti a Roma il 14 Novembre!
testimonianze dalle università in
lotta
a cura di Michele Scarlino (della redazione
web)
Alternativa Comunista è partecipe e non spettatore passivo delle
grandi mobilitazioni di queste settimane nella Scuola. Siamo protagonisti delle
lotte con i nostri compagni che sono lavoratori della scuola (insegnanti,
precari) ma anche grazie alla nutrita componente giovanile del partito presente
nelle principali università.
Alternativa Comunista è partecipe e non spettatore passivo delle
grandi mobilitazioni di queste settimane nella Scuola. Siamo protagonisti delle
lotte con i nostri compagni che sono lavoratori della scuola (insegnanti,
precari) ma anche grazie alla nutrita componente giovanile del partito presente
nelle principali università.

Qui di seguito un primo giro di testimonianze (ne
seguiranno altri nei prossimi giorni) da Nord a Sud, da Torino a Bari passando
per Roma, frutto di conversazioni con i nostri militanti giovani in queste tre
città.
Il Pdac invita tutti a partecipare alla grande
manifestazione prevista a Roma per venerdì 14 novembre, prossima importante
scadenza di lotta contro la Gelmini.
Qui Torino: prove di fronte unico (conversando con Giuliano)
A Torino, nonostante il voto di fiducia nei confronti della legge Gelmini, gli studenti stanno continuando a manifestare. Proprio il giorno dell’approvazione della legge, c’è stata una pacifica invasione di Palazzo Nuovo da parte degli studenti del liceo Giolitti che hanno scandito slogan contro la Gelmini e in strada hanno manifestato gli studenti del liceo Gioberti ancora sotto occupazione. Ma il meglio di sé l’hanno dato il giorno prima dove 10.000 persone sfidando la pioggia sono andati all’Unione Industriale dove era attesa la ministra Gelmini (che non si è anche presentata per paura di contestazioni); è stata molto buona la partecipazione degli studenti che hanno partecipato allo sciopero generale della scuola, per le vie della città hanno manifestato in circa 80.000 e verso la fine un gruppo di studenti medi si è diretto verso la stazione Porta Nuova ed ha occupato i binari.
Nel frattempo si sono intensificati i volantinaggi davanti alle fabbriche e ci sono stati interventi di operai dalla Michelin, Fiat e Thyssen all’assemblea No Gelmini; per quanto riguarda le occupazioni si è aggiunta quella della Palazzina Einaudi, sede delle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza dove si sono tenute assemblee tenute da professori delle due facoltà ed anche da docenti del Politecnico, inoltre gli studenti sono andati a far volantinaggi alla stazione di Porta Susa e si sono improvvisati lavavetri nelle strade. Nelle giornate di giovedì e venerdì è stato attuato un blocco della didattica e si sono tenuti due giorni di maratona didattica con i professori, si sono fatti volantinaggi al Balon, mercato multietnico, e si è preso contatto con alcuni immigrati.
Da qualche giorno si è assistito a una piccola modifica per quanto riguarda il turnover per i cosiddetti “atenei virtuosi” legati in un certo modo all’Aquis, ma gli studenti torinesi continueranno a manifestare e a riunirsi perché la legge venga cancellata e l’ultima di queste iniziative è stata la contro inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico, dove sono intervenuti personaggi come Piergiorgio Odifreddi e Ciro Argentino, che hanno confermato la loro presenza per le prossime assemblee degli studenti.
Qui Roma: la Gelmini dovrà fare i conti con la manifestazione del 14 Novembre! (conversando con Luca)
Sull’onda delle mobilitazioni studentesche e universitarie anche nella capitale continuano le occupazioni di moltissime facoltà non soltanto nelle realtà più politicizzate ma anche in quelle situazioni da sempre refrattarie a recepire un messaggio di lotta. Dopo le aggressioni fasciste di Piazza Navona, gli ignobili sproloqui di Cossiga e la richiesta di una presenza ancor più massiccia delle forze dell’ordine nelle piazze e nelle università da parte del sottosegretario agli Interni, Mantovano, pronte sono arrivate anche a Roma, dopo Milano, le manganellate su studenti inermi e pacifici. Questo governo, così come i suoi predecessori, sta mostrando, con l’utilizzo massiccio della repressione armata, la vera natura di questo anacronistico ordine sociale in cui chi lotta contro i tagli all’istruzione e per una scuola pubblica, laica e gratuita per tutti viene inesorabilmente esposto alla violenza di Stato.
Dopo l’oceanica manifestazione del 30 ottobre che ha
simbolicamente assediato il Ministero della Pubblica Istruzione, il lunghissimo
corteo del 7 novembre che ha attraversato e bloccato praticamente tutta la
città, il movimento scenderà nuovamente in piazza a Roma, il 14 novembre, con
centinaia di migliaia di studenti provenienti da ogni parte d’Italia. Salutiamo
con gioia questo elemento di aggregazione e lavoreremo nel movimento affinché
ciò non resti in una fase meramente embrionale. Ci adopereremo altresì con
l’obiettivo di far crescere il movimento sulle basi necessarie per portarlo alla
vittoria come accadde, soltanto due anni fa, in Francia. Rivendichiamo per tale
motivo una reale democrazia all’interno del movimento con la creazione di una
struttura consiliare di delegati per ogni ateneo eletti democraticamente e
revocabili in ogni momento e, soprattutto, la fondamentale alleanza con il mondo
del lavoro in modo tale da creare le premesse essenziali per uno sciopero
generale che blocchi il paese e la produzione e metta in ginocchio questo
governo reazionario. Soltanto attraverso l’unione con i lavoratori, i precari e
tutti gli sfruttati da questo iniquo sistema sociale si potrà raggiungere
l’obiettivo di evitare un ennesimo, forse decisivo, massacro della pubblica
istruzione italiana.
Qui Bari: coordiniamo le lotte! (conversando con Pasquale)
Anche a Bari l’ondata di proteste e manifestazioni studentesche ha travolto la vittà. La prima grande mobilitazione è stata quella del 29 ottobre scorso, con tutte le facoltà scece in piazza e con l’arrico in piazza prefettura di oltre 8000 studenti, con interventi improvvisati di studenti, precari della scuola, lavoratori della scuola e dottorandi. In seguito a questa grande giornata di mobilitazione si sono costituiti coordinamenti e la creatività studentesca ha dato i suoi frutti: si sono organizzati eventi di sensibilizzazione e conoscenza della legge in piazza, con una presenza molto attiva da parte della popolazione. L’opera di stravolgimento della realtà portata avanti dai media, con studenti descritti come “inconsapevoli manovrati” o come perdigiorno che non hanno voglia di fare lezione e non la lasciano fare nemmeno alla “maggioranza silenziosa” contentissima della riforma, è stata smentita dalla marea di studenti attivati contro la Gelmini e scesi in piazza con slogan come “Non pagheremo noi la vostra crisi!” o “Gelmini, Tremonti non vi faremo sconti!”. La battaglia anche qui a Bari è ancora lunga . C’è bisogno di un democratico coordinamento tra studenti e tra diverse realtà di lotta, affinché sia possibile una vera democrazia di movimento ed una connessione con i lavoratori che nelle prossime settimane scenderanno in piazza, in sciopero, per dire anche loro, insieme agli studenti: “Non pagheremo noi la vostra crisi!”.