Contro gli ennesimi atti
intimidatori e xenofobi dello Stato
Comitato
Centrale Pdac
L'arresto del sindaco di Riace
con accuse pretestuose, tutte già cadute tranne quella ridicola di
"favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", avviene in
continuità con gli altri atti razzisti e xenofobi del governo di Salvini, e
indica chiaramente un percorso di progressiva stretta repressiva contro chi
dissente a vario titolo e, soprattutto, contro gli immigrati. In questo quadro,
senza difendere il sindaco in quanto rappresentante delle istituzioni, e senza
rivendicare il presunto "modello d'integrazione" del Comune calabrese
di cui si riempie la bocca la sinistra riformista, riteniamo necessario opporsi
a questa misura repressiva, che, se lasciata passare sotto silenzio, aprirebbe
ancora di più la strada agli atti razzisti del governo: non lottiamo per
difendere un sindaco, lottiamo per difendere tutti gli immigrati.
Al contempo è necessario
denunciare altri due gravi fatti, avvenuti proprio in questi giorni, su cui, a
differenza dell'arresto di Riace, è calato il silenzio mediatico. Sei attivisti
antifascisti dell'area antagonista sono stati condannati a 4 o 3 anni di galera
(a testa) per aver partecipato a manifestazioni antifasciste a Piacenza e
Cremona. Sono accusati di “devastazione”, “saccheggio”, “violenza ai danni di
pubblico ufficiale”. Abbiamo in diverse occasioni criticato politicamente la
scelta tattica dei gruppi politici dell'area dell'Autonomia di tentare di
"alzare il livello di scontro" con gli apparati dello Stato senza che
ci siano i rapporti di forza adeguati che solo la mobilitazione di massa della
classe può garantire. Ma queste divergenze tattiche non ci impediscono di
esprimere piena e incondizionata solidarietà a questi giovani compagni a cui
vengono inflitte pene pesantissime, mentre restano sistematicamente impuniti i
capitalisti che sfruttano gli operai così come i loro rappresentanti politici
corrotti.
Facciamo appello a tutti i
lavoratori a partecipare ai molti presidi che si stanno organizzando in diverse
città in queste ore per respingere le politiche repressive del governo e dello
Stato. Pensiamo l’ondata di indignazione che sta attraversando
l’Italia sia giusta perché è rivolta contro le vergognose leggi razziste che
esistono nel nostro Paese: chi cerca di favorire l'accoglimento e
l'integrazione di immigrati rischia la galera.
Il governo Lega-M5S vuole distrarre le masse povere con la costruzione di un
"capro
espiatorio" (l'immigrato) su cui scaricare il malessere sociale. Tutto
questo mentre con le leggi e le manovre finanziarie si continuano a difendere
gli interessi di pochi miliardari, lasciando ai lavoratori e alle lavoratrici
solo briciole amare fatte di licenziamenti di massa (si pensi alle 60 mila
maestre che a giugno saranno disoccupate) o elemosine insufficienti a garantire
un livello di vita dignitoso.
Al contempo, è
necessario precisare che il razzismo non è un'invenzione della Lega: Salvini
oggi porta alle sue tragiche conseguenze un sistema di leggi inaugurato dai
governi di centrosinistra (si pensi alla legge Turco-Napolitano che ha
istituito i Centri di detenzione, legge votata anche da Rifondazione comunista)
e nel tempo inasprito dai governi di ogni colore. Il sindaco di Riace è stato
arrestato in virtù di leggi che il PD e i partiti della sinistra non hanno
messo in discussione quando erano al governo. Da questo punto di vista
riteniamo ipocrite le prese di posizione indignate di certi esponenti politici
(alcuni dei quali primi firmatari di leggi razziste!) che lamentano
l'ingiustizia in corso: dove era la loro indignazione quando, durante i governi
a guida Pd, migliaia di disperati morivano nel Mediterraneo?
Non solo: questa
vicenda ci dimostra che non è possibile contrastare le leggi dello Stato
amministrando le istituzioni e compiendo azioni individuali
"controcorrente". Il Partito di Alternativa Comunista nei prossimi
giorni sarà in piazza con gli antirazzisti per ribadire che
nel capitalismo non esistono governi buoni. L'unica prospettiva in grado di
contrastare il razzismo, lo sfruttamento, la lgbtfobia è quella rivoluzionaria
e socialista. L'unica via d'uscita dalla barbarie del capitalismo passa per la
lotta di classe e per l’abbattimento di questo sistema economico e sociale.
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