Cento anni fa un
governo dei riformisti
uccideva Rosa
Luxemburg
(Karl Liebknecht
e Rosa Luxemburg, dirigenti del Kpd, Partito comunista
tedesco)
Il 15 gennaio 1919,
cento anni fa, un governo cosiddetto "di sinistra", diretto dalla Spd (il
principale partito riformista in Germania), sostenuto dalla Uspd (il partito
centrista, cioè semi-riformista, in cui militava Kautsky), come tutti i
governi "di sinistra" o "riformisti" nel capitalismo che la storia ha
conosciuto strumento della borghesia per frenare le lotte operaie, faceva
assassinare dai "corpi franchi" Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Dopo averli
arrestati, una banda agli ordini del capitano Pabst uccise Karl con un colpo in
fronte (parleranno di un tentativo di fuga), mentre il soldato Runge
fracassava il cranio di Rosa col calcio del fucile, e il tenente Vogel le
sparava alla testa prima di gettarla nel canale dal ponte
Liechtenstein.
Per i riformisti e il
loro governo di collaborazione di classe, la Luxemburg e Liebknecht
costituivano il principale pericolo di un "contagio bolscevico" in Germania (la
rivoluzione diretta da Lenin e Trotsky aveva vinto un anno prima in
Russia).
In questi giorni
leggiamo commemorazioni della Luxemburg sulla stampa borghese ma
anche nei siti di partiti riformisti e centristi. Partiti che, in realtà,
se fossero stati presenti in quegli anni in Germania, avrebbero certamente
sostenuto il governo cui gli Spartachisti della Luxemburg e Liebknecht facevano
una opposizione di classe in nome di un vero governo
operaio.
Per parte nostra
abbiamo dedicato alla rivoluzione in Germania (che si svilupperà, in varie
ondate, fino al 1923) un numero speciale, monografico, di Trotskismo
oggi, rivista teorica di Alternativa Comunista. Dalla rivista (che può
essere richiesta alle nostre sezioni o direttamente scrivendo a questa mail)
pubblichiamo un articolo dedicato a sfatare i miti che ancora circolano sulle
posizioni di Rosa Luxemburg relative alla questione del
partito.
«L’avanguardia rivoluzionaria del
proletariato tedesco si è costituita in partito politico autonomo [...]. Si
tratta ormai di sostituire lo stato d’animo rivoluzionario indifferenziato con
un’inflessibile determinazione rivoluzionaria, la spontaneità con la
sistematicità».
(Rosa Luxemburg, 1918, discorso per la fondazione del
Kpd)
Se avesse potuto vedere ciò che certi
pretesi seguaci e critici, di destra e di sinistra, hanno fatto del suo
pensiero, forse anche Rosa avrebbe esclamato, alla Marx: «non sono
luxemburghista!».
In questi decenni l’etichetta di «luxemburghismo» è stata
incollata sulle pozioni preparate da uno stuolo di medici del capitalismo e
ciarlatani del socialismo. Spontaneismo, movimentismo, anti-centralismo,
anti-bolscevismo, anti-partitismo e avventurismo: sono pochi gli «ismi» del
vocabolario del movimento operaio che non sono stati associati in qualche modo
al nome di Rosa Luxemburg. Talvolta in buona fede, più spesso per imbroglio, si
è tentato di isolare singoli errori della Luxemburg, posizioni congiunturali,
per poi impastarle insieme in una velenosa presunta dottrina da piegare, di
volta in volta, alle più disparate esigenze.
C’è bisogno di attaccare
l’Ottobre ‘17? Ecco pronte tre citazioni di Rosa contro Lenin. Si vuole negare
la concezione marxista del partito? Subito viene rispolverato un articolo di
Rosa che proverebbe la sua convinzione circa l'inutilità del partito.
Che
poi singoli articoli o frasi siano stati da Rosa stessa smentiti o superati con
l’insieme della sua opera e - ciò che più conta - dalla sua azione, è ovviamente
cosa che non turba detrattori e falsi apologeti. Dietro il caos di
falsificazioni storiche operato da stalinisti e riformisti in questo secolo, il
revisionismo è un delitto con impunità garantita. Almeno fino al giudizio
implacabile della prossima rivoluzione.
Rosa
spontaneista?
La principale virtù (o deviazione, a seconda
del punto di osservazione) della rivoluzionaria polacca sarebbe, a detta di
molti, l’aver rifiutato la concezione di Marx e Lenin del partito a favore di
una esaltazione della cosiddetta spontaneità delle masse, liberate dalle
costrizioni di un «partito guida». La cosa sorprendente è che non si trova un
solo scritto di Rosa in cui sia teorizzata una contrapposizione partito-masse o
sia affermata l’inutilità del partito d’avanguardia, cioè di quel distaccamento
della classe profondamente integrato in essa.
Volendo leggere l’opera della
Luxemburg nel suo contesto è evidente che ogni enfatizzazione della «energia
spontanea» delle masse è fatta in diretta polemica con gli apparati in via di
burocratizzazione della socialdemocrazia tedesca (Spd), contro la loro
trasformazione del partito da mezzo in fine, ovvero mezzo per subordinare gli
interessi della classe operaia a quelli di una casta parassitaria di funzionari
e deputati. Quando agli inizi del secolo Rosa polemizzava contro quelli che
leggeva come «eccessi partitisti» dei leninisti, aveva in mente la situazione
tedesca.
È stato lo stalinismo per primo a imporre alla ricostruzione storica
l'idea di una Rosa Luxemburg come portatrice di una «diversa concezione del
partito».
Ciò era funzionale a presentare il bolscevismo come una completa
innovazione (di Lenin... e Stalin). Fu l'esecutivo dell'Internazionale
stalinizzata nel marzo '35 a coniare il termine «luxemburghismo». La stessa
interpretazione è stata ripresa, seppure con fini opposti, da presunti
«luxemburghisti».
La rottura con
il riformismo e il centrismo
Secondo la storia falsata dagli
stalinisti(1) Lenin si orientava già dal 1904 per una scissione della Seconda
Internazionale e premeva per una scissione nella Spd con la destra e con il
centro di Kautsky (che viene presentato come se fosse stato un rinnegato
dall'inizio della sua attività). Questo è totalmente falso. Lenin riteneva la
Spd un modello e Kautsky un maestro almeno fino al 1909 (anno in cui Kautsky
scrive La via al potere, che Lenin rivendicava pienamente e citava a
memoria), e, a parte qualche rara critica precedente, solo dal «4 agosto» (1914)
della Seconda Internazionale Lenin riteneva necessario rompere con i kautskiani
(per avviare la costruzione della Terza Internazionale).(2) Per questo ancora
nell'estate del 1914 Lenin non criticava in nessun modo la Luxemburg per non
aver rotto con la Spd e anzi, al contrario, è noto come sia stata la Luxemburg a
iniziare per prima la battaglia contro Kautsky. Quando nel 1910 la Luxemburg
accusa apertamente Kautsky di aver intrapreso la via del revisionismo, Lenin si
schiera ancora a difesa di Kautsky. Anche sulla presenza nella Spd di Bernstein
e del settore dichiaratamente revisionista, l'unico tra i dirigenti russi a
insistere con i dirigenti tedeschi perché arrivino a una rottura è Plechanov,
non Lenin.(3)
La differenza tattica (seppure con conseguenze strategiche)
tra i bolscevichi e il gruppo attorno alla Luxemburg (Internazionale, poi Lega
di Spartaco) sui tempi della rottura avviene solo dalla fine del 1914. È nei
mesi seguenti che Lenin preme per una rottura anche organizzativa (quella
politica già era avvenuta) della sinistra tedesca con la Spd. Ma la differenza
tra Lenin e la Luxemburg non verte sui principi di costruzione del partito: è
una scelta di tempi, per quanto importante. Per questo nella sua critica
all'"Opuscolo di Junius", nel luglio 1916, Lenin non muove critiche di principio
all'autrice, cioè alla Luxemburg, e pur criticando il rinvio della rottura si
dice convinto che gli spartachisti «riusciranno a procedere oltre, sulla buona
via».(4)
È priva di fondamento anche l'affermazione secondo cui Lenin
avrebbe criticato gli spartachisti per non aver rotto subito con i centristi
dell'Uspd (partito, costituitosi nell'aprile 1917 dalla rottura della Spd,
diretto tra gli altri da Kautsky). Lenin ritiene infatti che la rottura coi
centristi sia già avvenuta nei fatti e scrive: «Negli ultimi tempi chi è
particolarmente interessato a imbrogliare le carte ha fatto gran chiasso attorno
alla presunta unificazione del gruppo di Liebknecht e dei kautskiani nell'Uspd.
In realtà il gruppo di Liebknecht non si è fuso interamente con i kautskiani, ma
ha conservato la propria autonomia organizzativa, limitandosi a costituire un
blocco temporaneo e condizionato contro i socialsciovinisti».(5)
In effetti
Karl Liebknecht conferma che nella Uspd gli spartachisti (già funzionanti come
un partito autonomo) stavano facendo entrismo per raccogliere forze e costituire
un nuovo partito: cosa che avverrà alla fine del dicembre 1918.
Oggi
possiamo valutare che fu un errore non seguire la proposta di settori
rivoluzionari di non entrare nella Uspd centrista: ma si tratta di una
valutazione sui tempi della rottura, non di due concezioni diverse del
partito.
Cosa Lenin
criticava in Rosa
Tornando indietro, di fronte alle prime
critiche espresse dalla Luxemburg all'inizio del secolo Lenin risponde con un
articolo ("Un passo avanti e due indietro. Risposta a Rosa Luxemburg", da non
confondere con il libro precedente, che ha lo stesso titolo, e da cui partiva la
polemica della Luxemburg).(6)
In questo testo Lenin chiarisce vari errori
fattuali contenuti nella polemica della Luxemburg sul reale andamento del II
Congresso del Posdr (1903, quello che porta alla rottura tra bolscevichi e
menscevichi) e più in generale fa notare alla Luxemburg che sta polemizzando non
con le sue posizioni ma con una falsa descrizione delle sue posizioni («Rosa
Luxemburg in Die Neue Zeit fa conoscere ai lettori non il mio libro ma
qualcosa di diverso»). Cioè Lenin non attribuisce alla Luxemburg una diversa
concezione del partito. E rispetto all'accusa di «ultracentralismo» Lenin
risponde che la Luxemburg sta polemizzando avendo in mente il centralismo
burocratico utilizzato dagli opportunisti nella Spd, non le proposte concrete di
Lenin.
Alcuni fatti
storici «dimenticati»
Chi sostiene la tesi secondo cui la
Luxemburg aveva con Lenin non differenze contingenti e secondarie (ingigantite
dalla polemica) ma «una diversa concezione del partito» ignora oltre a quanto
abbiamo ricostruito fin qui anche che:
1) in un articolo scritto nel 1906
("Blanquismo e socialdemocrazia")(7) Rosa Luxemburg polemizza con Plechanov e
difende Lenin dall'accusa di «blanquismo» che ella stessa aveva usato poco prima
contro Lenin. Cioè corregge su questo la sua posizione;
2) già nel 1905,
vedendo alla prova della rivoluzione bolscevichi e menscevichi, la Luxemburg
inizia ad attaccare le posizioni della nuova Iskra (proprio sul tema
del partito) e, al Congresso di Stoccolma (1906), si schiera su quasi tutte le
questioni con Lenin contro Martov. Nel Congresso di Londra del 1907 il voto
della Luxemburg è determinante per assicurare la maggioranza bolscevica. Nello
stesso anno Lenin e la Luxemburg fanno battaglia comune al Congresso di
Stoccarda dell'Internazionale;
3) nella sua attività concreta di costruzione
del partito polacco (Skdpil) Rosa diresse un partito d'avanguardia fortemente
centralizzato;
4) in tutti i suoi testi principali, al di là dei limiti di
alcuni di questi e di alcuni errori, non è mai teorizzato qualcosa di diverso
dal partito d'avanguardia come elemento indispensabile per portare la coscienza
socialista «dall'esterno» e dirigere la classe operaia alla conquista del
potere. È Trotsky a affermare che la Luxemburg si è sempre «sforzata di educare
in anticipo l'ala rivoluzionaria del proletariato.»;(8)
5) nelle ultime
settimane di vita, nel Congresso di fondazione della Kpd (dicembre 1918), la
Luxemburg si scontra con l'ala giovanile del partito che critica un «eccesso» di
centralismo nel nascente partito Rosa risponde usando esattamente gli argomenti
di Lenin a favore del centralismo che i giovani (impressionanti dal centralismo
burocratico della Spd) rifiutavano. Tutta l'evoluzione della Luxemburg dimostra
che stava allontanandosi sempre più da alcuni errori commessi nei primi anni del
secolo e si stava avvicinando sempre più alle concezioni di Lenin. Una
evoluzione simile a quella compiuta da Trotsky: solo che la Luxemburg è stata
uccisa prima di completarla;
6) l'altra polemica usata da detrattori della
Luxemburg o da presunti «luxemburghisti» si basa sul testo La Rivoluzione
russa che era in realtà un insieme di appunti scritti dalla Luxemburg in
carcere (settembre 1918) quando non disponeva che di notizie frammentarie. Ella
stessa manifestò (a Leo Jogiches, dirigente del partito e suo compagno di vita)
la volontà che questi appunti fossero bruciati e non pubblicati perché aveva
cambiato idea. Furono pubblicati nel 1921 da Paul Levi che, una volta espulso
dal partito, tradì la volontà di Rosa. Ma persino in questo testo che alcuni
presentano come «anti-bolscevico» Rosa Luxemburg scrive al contrario che il
partito di Lenin «è stato il solo che abbia capito la legge e il dovere di un
partito veramente rivoluzionario». E il testo conclude affermando: «l'avvenire
appartiene ovunque al bolscevismo».(9) Davvero strano per una «anti-bolscevica»,
o no?
Giorno per
giorno sempre più «leninista»
Possiamo affermare che Rosa Luxemburg non fu
esente da errori e deviazioni centriste (come peraltro anche il Trotsky
«unitarista» e il Lenin della «dittatura democratica degli operai e dei
contadini»). Ma tra gli errori della Luxemburg Lenin non indica mai lo
«spontaneismo» o una presunta diversa concezione del partito rispetto alla sua.
Per questo più volte Lenin disse che era necessario pubblicare tutte le opere
della grande rivoluzionaria e formare su di esse i militanti.
E, sempre per
questo, Trotsky sostiene che le differenze con Rosa riguardavano solo
«l'accessorio», elementi «episodici», dunque non una concezione compiuta e
contrapposta al partito di tipo bolscevico. In un testo in cui usa le
espressioni che abbiamo citato, scritto nel 1935, Trotsky esprime quello che ci
sembra essere il giudizio che meglio sconfessa la visione di una Luxemburg
autrice di «un'altra concezione» del partito. Ci permettiamo di citarlo
ampiamente: «[...] sono stati compiuti ultimamente parecchi sforzi per costruire
un cosiddetto luxemburghismo da usare come un trinceramento, da parte dei
centristi di sinistra, contro il bolscevismo-leninismo. Non si va avanti di un
passo nel dire che Rosa Luxemburg contrapponeva spassionatamente la spontaneità
delle masse alla "vittoriosa e coronata" politica conservatrice della
socialdemocrazia tedesca, specialmente dopo la rivoluzione del 1905.
Questa
contrapposizione aveva carattere completamente rivoluzionario e progressista.
Molto tempo prima di Lenin, Rosa Luxemburg ha compreso il carattere ritardante
dell'ormai ossificato partito e dell'apparato sindacale ed ha cominciato a
combattere contro di essi. Poiché ella confidava nell'inevitabile accentuarsi
dei conflitti di classe, ha sempre previsto la certezza di un'apparizione
indipendente delle masse contro il volere e contro la linea dei burocrati. In
questa sua visione storica generale, Rosa si è mostrata corretta.
[...] Rosa
stessa non si è mai auto-confinata alla mera teoria della spontaneità [...].
Rosa Luxemburg si è sforzata anticipatamente di educare l'ala rivoluzionaria del
proletariato e di unirla organizzativamente il più possibile. In Polonia ha
costruito un'organizzazione indipendente molto rigida. Il massimo che si possa
dire è che la sua valutazione storico-filosofica del movimento operaio, la
preselezione della sua avanguardia, comparata all'azione di massa che era
attesa, fu troppo poco accentuata in Rosa; laddove, invece, Lenin - senza
consolare se stesso con i miracoli delle azioni future - prese gli operai più
avanzati per saldarli costantemente e instancabilmente in fermi nuclei,
illegalmente o legalmente, in organizzazioni di massa o sotterranee, per mezzo
di un programma finemente definito».
E Trotsky continua: «La teoria della
spontaneità di Rosa fu una salubre arma contro l'ossificato apparato del
riformismo. Per il fatto che essa fu spesso indirizzata contro il lavoro di
Lenin di costruzione di un apparato rivoluzionario, essa rivelava - certamente
solo in embrione - il suo carattere reazionario. Con Rosa ciò accadde solo
occasionalmente. Lei era troppo realista, in senso rivoluzionario, per
sviluppare gli elementi della teoria della spontaneità in una consumata
metafisica. In pratica, lei stessa, come si è già detto, insidiava questa teoria
ad ogni passo. Dopo la rivoluzione del novembre 1918, iniziò l'ardente lavoro di
assemblaggio dell'avanguardia proletaria. [...] giorno per giorno, Rosa si stava
avvicinando alla concezione teoricamente ben delineata di Lenin riguardo
leadership cosciente e spontaneità. (Dev'essere certamente stata questa
circostanza a impedirle di rendere pubblico il suo manoscritto contro la
politica bolscevica, in seguito così vergognosamente abusato)».(10)
Note
(1) Sul giudizio di Stalin sulla
Luxemburg si veda ad esempio un articolo di Stalin del 1931: "Su alcune
questioni di storia del bolscevismo", pubblicato nella rivista Proletarskaja
Revoljucija, N° 6, 1931, da noi consultato nella versione in spagnolo
disponibile a questo link: www.marxists.org/espanol/stalin/1930s/sta1931.htm
(2) Sui rapporti tra Lenin e la Seconda Internazionale si
veda: G. Haupt: "Lénine, les bolcheviks et la II Internationale", in Cahiers
du monde russe et soviétique, 3, 1966.
Per quanto riguarda Trotsky,
riteneva che la Seconda Internazionale avesse svolto «un ruolo storico
progressivo [che] ebbe termine con l'inizio della guerra imperialista», citiamo
da La Terza Internazionale dopo Lenin, Schwarz, 1957, p. 107.
(3) Si
veda su questo il libro di C. Weill, Marxistes russes et social-démocratie
allemande. 1898-1904, Maspero, 1976.
(4) Per il giudizio di Lenin sulla
"Junius-brochure" vedi: "A proposito dell'opuscolo di Junius", (luglio 1912) in
V.I. Lenin, Opere complete, Editori Riuniti, 1966, volume 22, p.
304.
(5) Per il giudizio di Lenin sulla permanenza degli Spartachisti nella
Uspd vedi: "Socialsciovinisti e internazionalisti" (aprile 1917) in op.
cit., volume 24, p. 335.
(6) V.I. Lenin, "Un passo avanti e due
indietro. Risposta di Lenin a Rosa Luxemburg", in op. cit., volume 7,
p. 460. Questo articolo fu inviato a Die Neue Zeit (rivista teorica
della Spd) ma Kautsky non lo pubblicò. Fu pubblicato per la prima volta nel
1930.
(7) R. Luxemburg, "Blanquismo e socialdemocrazia" (1906), da noi
consultato nella edizione in francese disponibile in internet a questo link:
www.marxists.org/francais/luxembur/works/1906/rl19060600.htm
(8) L. Trotsky, "Rosa Luxemburg e la Quarta Internazionale"
(24 giugno 1935), disponibile su internet a questo link www.marxists.org/italiano/trotsky/1935/6/24-luxemburg.htm
(9) R. Luxemburg, La Rivoluzione russa, Massari
editore, 2004.
(10) L. Trotsky, "Rosa Luxemburg e la Quarta Internazionale",
v. nota 8.
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