“Cuffarismo consociazionista” e altre storie
Note a margine delle elezioni in Sicilia
di Giacomo Di Leo
Com’era prevedibile Totò Cuffaro si riconferma governatore della Regione Sicilia, nonostante, quanto a preferenze, abbia preso meno voti della sua coalizione, mentre la Borsellino ha preso più voti dell’Unione. I voti persi (il 7% circa rispetto alle scorse elezioni regionali) da Forza Italia sono, con molta probabilità, andati all’Mpa di Raffaele Lombardo che, col 12,7%, è il secondo partito del Polo, dopo Fi (19,1%), prima dell’Udc (col 12,6%) e della Margherita (Franco Rinaldi, cognato del sindaco Genovese, nella provincia di Messina è stato il più votato in assoluto) e in parte di An. La crisi di Forza Italia si è manifestata anche nell’astensionismo elettorale: circa 350 mila cittadini non sono andati a votare, fenomeno dovuto in buona parte alla mancanza di moneta di scambio (non si è certo trattato di astensionismo rivoluzionario!). Solo una piccola parte di elettori non è andata a votare per manifestare il totale distacco dal sistema politico dominante. Nonostante la crisi del partito di Berlusconi, a conti fatti in Sicilia la Cdl dimostra di essere ancora forte e radicata: tranne che ad Enna, Siracusa e Caltanisetta, la Cdl vince dappertutto.
Il voto disgiunto
Cuffaro prende meno del Polo (53,089%, pari a 1.374.706 voti), mentre la Cdl nel suo complesso ha riportato il 61,517%, pari a 1.513.531 voti. Ciò significa che 138.825 elettori di centrodestra non hanno votato per Cuffaro. Musumeci (Alleanza Siciliana, una costola di An) ha avuto il 5,273%, pari a 136.545 voti, il triplo della sua lista che ha ottenuto il 2,413% di suffragi, pari a 59.380 voti. La Borsellino ha ottenuto il 41,638%, pari a 1.078.719 voti, mente l’Unione ha si è assestata sul 36,069%, pari a 887.437 voti: la leader del centrosinistra ha avuto 190.742 preferenze in più rispetto ai voti della sua coalizione.
Da questi dati si possono estrapolare alcune considerazioni politiche. Anzitutto, lo scontro interno al centrodestra ha provocato una leggera emorragia di voti, che sono stati privati a Cuffaro e andati perlopiù all’altro candidato del Polo. Una parte di questi voti è stata intercettata dalla Borsellino, che, a nostro avviso, guadagna qualche posizione (rispetto al suo predecessore Orlando) grazie ai voti dei giovani, di associazioni antimafiose, sommati a quelli portati dal “vice” di Cuffaro, il diessino Mirello Crisafulli. Inoltre, la Borsellino, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, pur non prospettando un’alternativa di classe, ha fatto vivere nell’immaginario di settori popolari siciliani una generica necessità di alternativa al “cuffarismo” dominante. La leader dell’Unione è stata percepita più come una figura morale che come un personaggio politico. Ma la piccola rimonta della Margherita e dei Ds, avvenuta talvolta con processi di transumanza politica, non ha scalfito il “cuffarismo consociativista”. Complessivamente in Sicilia la Destra gode ancora di buona salute, grazie anche al “valore aggiunto” dell’Mpa di Raffaele Lombardo, erede naturale di Totò Cuffaro, portatore di un’ideologia fortemente demagogica e localista.
Il Prc lavora bene… per i liberali dell’Unione
In una situazione sociale e politica dominata dal clientelismo paternalista del “cuffarismo”, la Margherita e i Ds rimontano di alcuni deputati, superando, ad esempio ad Enna, il centrodestra, provincia questa di Mirello Crisafulli (Ds), braccio sinistro del Cuffarismo. Il Prc, presentatosi senza simbolo e soprattutto in un’alleanza ibrida (Uniti per la Sicilia) con Udeur, Sdi, Verdi, Comunisti italiani, si estingue come partito. Rifondazione Comunista - come aveva già visto bene l’ex sinistra del Prc (Progetto Comunista), oggi Pc Rol - essendosi ormai trasformata in un partito governista è incapace, anche in Sicilia, di costruire un’opposizione sociale a partire dai luoghi di conflitto. Quindi l’estinzione della rappresentanza parlamentare del Prc (da due a zero deputati) è la logica conseguenza di una politica volta semplicemente a ricercare un voto d’opinione in un’ottica di collaborazione di classe (innaturale per i comunisti), che è sfociata appunto in un’alleanza ibrida con Udeur, Sdi, Verdi, Pdci. In ogni caso, Ballistreri e gli eletti centristi di Uniti per la Sicilia ringraziano i post-comunisti alla Bertinotti e alla Diliberto.
Nonostante la sonora sconfitta, il segretario regionale del Prc Rosario Rappa continua a sostenere l’alleanza con l’Unione (che tra l’altro ha fissato insieme al Polo lo sbarramento al 5% per l’accesso all’Assemblea siciliana), promettendo “opposizione vera” contro le destre e al contempo sostenendo la politica consociativa di Crisafulli, Capodicasa e simili, come nel caso di Enna, dove Totò ha lasciato libertà di azione all’amico Vladimiro Crisafulli.
L’estinzione anche parlamentare di Rifondazione in Sicilia apre spazi alla sua sinistra. Progetto Comunista - Rifondare l’Opposizione dei Lavoratori contribuirà a creare l’alternativa a Cuffaro, che non può consistere nell’elencazione di requisiti morali in una logica borghese (Borsellino), ma in una nuova progettualità politica che dia priorità alle lotte sociali (a partire ad esempio dalla Fiat di Termini Imprese, dimenticata da tutti) e ai movimenti, come dovrebbe essere naturale per un partito Comunista. Garantire un’opposizione comunista di classe in Sicilia è impresa difficile ma necessaria, alla quale Pc Rol non si sottrarrà.