Fincantieri: il PdAC con i lavoratori in lotta contro la privatizzazione
Il governo Prodi ha formalizzato la decisione di quotare
in borsa il 49% di Fincantieri. Un progetto fortemente sostenuto
dall'amministratore delegato della società, Gaspare Bono, e previsto dal piano
industriale aziendale.
Fincantieri è un'azienda sana con
un fatturato in crescita, tra le prime aziende mondiali per quota di mercato
nella costruzione di navi da crociera e di traghetti. Una delle più grandi
aziende del paese, tra le poche ancora a capitale pubblico, divisa in tredici
unità produttive: otto cantieri navali, due sedi di progettazione, una società
di sistemistica militare, un centro di ricerche, una fabbrica motori-
distribuite in sette regioni (Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche,
Puglia, Campania, Sicilia). I lavoratori, oltre 25 mila di cui 9 mila diretti e
15-18 mila delle ditte in appalto, temono che una vota messa sul mercato
Fincantieri possa percorrere lo stesso piano inclinato seguito alla
privatizzazione di Telecom e Alitalia. Un futuro di delocalizzazioni,
smembramenti, tagli occupazionali, chiusure. Per contrastare questa politica i
lavoratori hanno effettuato numerose iniziative di lotta ed è in programma uno
sciopero nazionale per il 15 giugno, con manifestazione a Roma. La Fiom Cgil ha presentato
un libro bianco, Il caso Fincantieri,
capire oggi cosa succede domani, dove il sindacato metalmeccanico esprime
il proprio giudizio negativo su tutta l'operazione, mentre Fim Cisl e Uilm sono
più possibiliste rispetto al piano del governo.
Il Partito di Alternativa
Comunista sostiene la lotta dei lavoratori contro i processi di privatizzazione
e indica nella nazionalizzazione sotto controllo operaio l'unica rivendicazione
che possa bloccare il progetto governativo e padronale. Una mobilitazione che
deve essere inserita nella più generale lotta contro il governo padronale di
Prodi.